Anno nuovo con padre Paolo e gli ospiti di Villa Eleonora.
Il problema antico e di vecchia data, è ancora quello del passaggio a livello all’ingresso di via Ricovero, finalmente in via di soluzione. Con un accordo tra Comune, lottizzazione di via Volta e Casa di Riposo, come conferma il presidente Giovanni Crobe, amministratore esperto, già sindaco di Milis e a lungo dirigente del Consorzio di bonifica del Campidano di Oristano. Ma la storia di Villa Eleonora brilla di luce propria, nel suo 131° anno di vita all’insegna della solidarietà sociale. Quel fine Ottocento in Sardegna è ricordato nelle pagine di storia come uno dei periodi più tristi e desolanti dell’isola. E ad aggravare ancor più questo quadro, c’è la spaventosa inondazione del Campidano. Una vera e propria tragedia che diventa “emergenza nazionale”. E scatta una gara di solidarietà tra enti e privati cittadini, promossa in prima persona dallo stesso Re Umberto I. E proprio in quegli anni, il 13 luglio 1886 nasce il “Ricovero di Mendicità” in uno stabile denominato “Villa Eleonora”, sulla strada per Silì. Dono del facoltoso oristanese, “egregio cittadino” come recita l’atto costitutivo, Vandalino Casu (1821-1894). Davanti al notaio Pietro Cannas si presentano il sindaco di Oristano, avv. Pietro Sircana, presidente del comitato, il comm. Giuseppe Corrias, l’avv. e deputato Salvatore Parpaglia, il cav. Efisio Carta, Giovannino Tolu, negoziante, e Arduino Onorato. Scopo del “comitato”, sorto per iniziativa di un altro benemerito oristanese, Giovanni Busachi, “promuovere offerte dei cittadini per creare un Ricovero di mendicità e togliere la vergognosa piaga dell’accattonaggio pubblico alimentato in parte da oziosi”. Grazie a una sottoscrizione pubblica e la promozione di lotterie, il comitato deposita il 20 giugno 1886 presso la “Banca Agricola Sarda” 22.285 lire.
Villa Eleonora era una vera e propria opera d’arte, composta da piano terreno, primo piano e ampia terrazza. La ricostruzione della storia del Ricovero, trasformato nel 1985 con decreto del presidente Craxi in “ente morale” di diritto privato, è frutto dell’appassionato lavoro di Giannino Martinez, presidente per ben 34 anni, dal 1957 al 1994. Nella breve storia, una decina di pagine dattiloscritte, datate ottobre 1994, Giannino (che ha attraversato con i suoi ricordi le vicende più significative della vecchia Oristano), ha ricostruito sinteticamente “la piccola storia” di questa antica istituzione locale, partendo dalla costruzione del fabbricato su progetto dell’ingegner Busachi, ai primi sussidi erogati dal Comune e alle offerte dei cittadini. La storia racconta ancora, che nel 1927, in occasione del 700° anniversario della morte di San Francesco, il regime fascista ha istituito un orfanotrofio “Istituto di San Francesco” retto dal sacerdote dott. Salvatore Contini e da Rinaldo Cubeddu di Seneghe del quale oggi rimangono solo le rovine del caseggiato. Negli anni ’40 infine, dopo che il commissario ragionier Tiberio Lecca muta la ragione sociale dell’istituto, che si chiamerà “Casa di Riposo Eleonora d’Arborea” affidandone la gestione intera alle suore Vincenziane della Carità. Nel 1986, la nobildonna Sara Marongiu, vedova di Don Efiso Carta, consigliere dell’ente, (sequestrato con l’autista Giuseppe Locci e ucciso dai banditi nel Sinis il 16.11.1978), a sue totali spese, ha realizzato un’intera ala del fabbricato composto da 20 nuove camere con servizi, cucine, soggiorni, salotti, comprese di arredamenti. Poi in tempi più recenti, le significative presidenze di Maria Antonietta Fois Denti, Mario Lugas, a lungo presidente del Consorzio di Bonifica del Campidano di Oristano, e del prof. Vincenzo Falqui Cao. Il nuovo anno si è aperto ancora una volta all’insegna dell’impegno sociale e della solidarietà. Con la S. Messa officiata nella cappella dell’istituto dall’arcivescovo emerito mons. Paolo Atzei, rientrato al convento di San Francesco dopo la lunga e intensa attività pastorale in quel di Sassari. Nel suo intervento davanti agli anziani pensionati, amministratori e dirigenti, il cappellano Don Antonio Muscas, il presidente Giovanni Crobe, la coordinatrice Gabriella Picconi, e il mio vecchio amico di un tempo lontano, Antonio Pinna, una vita tra macchine e motori e oggi corista e attivo collaboratore, Padre Paolo non ha mancato di ricordare ancora una volta la grande funzione cristiana e sociale di un’istituzione sempre nel cuore degli oristanesi. E la lunga storia della Casa di Riposo continua…
Beppe Meloni