Australia: spesi nel 2017 4 miliardi per accogliere i migranti
ROMA – La gestione di meno di 2.500 migranti e’ costata al governo dell’Australia 4,06 miliardi di dollari (pari a 3 miliardi e 365 milioni di euro) nell’anno fiscale 2016-2017. Ne da’ notizia il britannico ‘Guardian’ citando la relazione presentata dalla commissione Finanza del Senato. Canberra ha riformato il sistema da quando nel 2013 si e’ intensificato il flusso degli arrivi via mare, iniziando ad “esternalizzare” l’accoglienza portando i richiedenti asilo in Paesi terzi. Il bilancio annuale comprende quindi 1,57 miliardi di dollari per i 1.301 migranti – tra cui cinque minori – presenti sul territorio australiano, a cui si aggiungono altri 1,08 miliardi nei centri di Narau e Papua Nuova Guinea, dove trovano posto secondo stime Onu rispettivamente 339 e 801 migranti.
Dal 2013 l’Australia ha avviato un’operazione marittima che quest’anno ha azzerato gli arrivi
Dal 2013 inoltre, con l’arrivo al governo dei conservatori di centrodestra di Tony Abbott, l’Australia ha avviato un’operazione marittima che quest’anno ha azzerato gli arrivi, riportando sistematicamente indietro le imbarcazioni che hanno oltrepassato illegalmente le acque territoriali.
Tra le voci di spesa dedicate alla gestione del fenomeno figura inoltre la campagna da 10 milioni di dollari attuata in 11 paesi di origine dei migranti per scoraggiare le partenze – tra cui anche Afghanistan, Iraq e Pakistan -, e un accordo di cooperazione con la Cambogia di ulteriori 6,7 milioni, volto ad accogliere i migranti e svuotare cosi’ i centri. La Cambogia pero’ non e’ considerato un paese sicuro dai migranti, pertanto dal 2015 solo in sette hanno accettato il trasferimento, di cui stando al ‘Guardian’ solo tre erano ancora nel paese asiatico fino allo scorso ottobre.
Le Nazioni Unite hanno denunciato a piu’ riprese la politica australiana, in quanto violerebbe il diritto internazionale
Per questo e’ stato chiesto piu’ volte a Canberra di porre fine al rimpatrio dei rifugiati verso i loro paesi di origine – da cui spesso fuggono da violenze o persecuzioni -, e nel caso in cui non vogliano riconoscere loro lo status di rifugiato politico, favoriscano il trasferimento verso Paesi terzi sicuri. E’ stata inoltre chiesta la chiusura dei centri di Narau e Manus Island, definiti da varie Ong veri e propri “centri di detenzione”. Qui, sarebbero almeno cinque i migranti che hanno perso la vita o per gli scontri scoppiati con le forze dell’ordine, o per i suicidi, determinati dal fatto che le persone arrivano a trascorrere anche piu’ di due anni chiusi nei centri in attesa di poter entrare in Australia, o andare all’estero.
L’Italia, stando alle ultime stime del governo, ha speso circa 4,3 miliardi di euro nel 2017 a fronte di 190 mila arrivi.
Serena Tropea
Fonte: «Agenzia DIRE» – «www.dire.it»