Dopo essersi imposto anche al di fuori del freestyle con i lavori precedenti, Ensi ci tiene a ribadire che, insieme ai OneMic, ha fatto la storia del genere a cavallo dei due boom, mantenendo l’attenzione su una scena povera di ispirazione. Lo fa su un tappeto strumentale molto eterogeneo, affidandosi ad artisti del calibro di Prez, Dave, Phra, The Night Skinny, The Ceasars, Low Kidd, DJ 2P, Frenetik & Orange e Old Ass, con la supervisione dell’amico Vox P, capace di amalgamare il tutto sotto un unico suono riconoscibile e potente.
Come ogni buon rapper, anche Ensi nel suo ultimo album “V” ha scelto alcuni featuring, a partire da Il Cile in Identità, “un brano super rock”, poi Luché in Te lo dicevo, Madman e Gemitaiz nell’inno alla marijuana libera 4:20 (“una joint venture”, scherza) e Clementino in Sì, come no.
Anche se è fatto tutto da solo un pezzo che potrebbe davvero spaccare e diventare un inno contro gli anti-migranti, è Tutto il mondo è quartiere: «Io a Milano vivo in viale Padova, la zona multietnica per eccellenza. Mangio in ristoranti orientali, compro casse d’acqua e succo di mango da gente del Bangladesh. La mia ex vicina di casa era del Cile. Dei miei due barbieri uno è campano l’altro è nigeriano. I figli del portiere del mio palazzo parlano filippino con lui e italiano con me. Mio figlio andrà a scuola con ragazzi di ogni colore, razza e religione. Tutto questo è meraviglioso e dovevo raccontarlo. Risultato: l’altro giorno un tipo che consegna le pizze in motorino mi insegue fino a fermarmi. Pensavo che volesse litigare, invece mi abbraccia: è peruviano e aveva sentito la canzone».
Insomma, l’assenza non ha certo fatto impigrire né gli ha tolto ispirazione: «Ritrovo un mondo rap ampio, costruito, anche molto di moda. Ma la freschezza che ho ritrovato in questo periodo di stacco mi aiuterà a impormi di nuovo».
In conclusione, “V” di Ensi è un album solidissimo, un macigno che si va a collocare in una scena sempre più attenta all’immagine e poco al contenuto, un lavoro coerente che alza l’asticella di molto rispetto a ciò a cui siamo abituati. “V” diventerà, se non lo è già, un album cult per questo genere, rappresentando la forza delle parole e dell’amore per questo suono.