“Sul tema della Zona Franca non è credibile chi ha utilizzato strumentalmente l’argomento facendolo diventare un cavallo di battaglia durante la sua campagna elettorale. L’onorevole Cappellacci dovrebbe spiegare ai sardi perché durante gli anni del suo mandato da Presidente della Regione, dal momento che esistevano già alcune leggi, prima fra tutte il decreto legislativo n. 75 del 98, non si è adoperato per chiedere allo Stato il riconoscimento della zona franca integrale, sfruttando anche la concomitanza con il governo amico. La ragione vera è che a quelle norme non si poteva dare seguito allora né tantomeno adesso, perché nel frattempo è cambiato il quadro europeo e ci si è resi conto che la detassazione sulla produzione e sui consumi non è sostenibile senza una adeguata compensazione.”
Così il segretario del PD Giuseppe Luigi Cucca replica a Ugo Cappellacci.
“Bisogna smetterla di cavalcare questo tema – prosegue Cucca – predicando ciò che non si può attuare, ma dobbiamo dire ai cittadini sardi quali sono gli strumenti concretamente perseguibili. Primo fra tutti l’istituzione delle zone economiche speciali previste dal Decreto Sud, e la creazione delle zone franche nei comuni colpiti dall’alluvione del 2013, il cui regime sarà oggetto di uno specifico decreto interministeriale che ha già ottenuto il parere positivo del CIPE. Invito, pertanto, l’onorevole Cappellacci a leggere le norme citate e a evitare ulteriori speculazioni su un tema così delicato sul quale si sono generate troppe aspettative anche a causa delle sue esternazioni.”
Il Partito democratico ha ritrovato l’unità, ad Arborea, nella prima Assemblea regionale che ha proclamato il segretario regionale Giuseppe Luigi Cucca e i 160 delegati, eletti alle primarie del 30 aprile.Nella sala Congressi dell’Horse Country, oltre agli eletti, era presente una folta delegazione di rappresentanti del partito nelle istituzioni locali e nazionali, ex dirigenti, esponenti del Consiglio e della Giunta regionale.
«Il Pd – ha detto il neo segretario – deve ritrovare lo spirito di coesione per essere più forte e competitivo nello scenario politico. E’ necessario aprire il partito, di renderlo più inclusivo, favorendo il dialogo nei territori e potenziando la presenza dei Circoli. Solo in questo modo possiamo recuperare la distanza con l’elettorato e contrastare le derive populiste.»