Coldiretti lancia l’allarme salmonella: 455 allarmi per alimenti in Europa
ROMA – In Europa sono scattati ben 455 allarmi per la salmonella che è il pericolo per contaminazione microbiologica piu’ diffuso negli alimenti.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sull’ultima relazione annuale sul sistema di allerta rapido degli alimenti e dei mangimi in Europa (RASFF).
In particolare – sottolinea la Coldiretti – 126 casi hanno interessato il pollame, 68 frutta e verdura, 42 i prodotti di altra carne, 20 erbe e spezie, 14 le uova, 13 casi i prodotti della pesca, 6 latte e derivati e ben 113 prodotti per l’alimentazione animale.
CHE COS’E’ LA SALMONELLA
La salmonella – continua la Coldiretti – è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche ed è stata segnalata per la prima volta nel 1886, in un caso di peste suina, dal medico americano Daniel Elmer Salmon.
La salmonella è presente in natura con più di 2000 varianti ma i ceppi più frequentemente diffusi nell’uomo e nelle specie animali, in particolare in quelle allevate per la catena alimentare, sono S. enteritidis e S. typhimurium.
Le infezioni provocate da salmonella si distinguono in forme tifoidee (S. typhi e S. paratyphi, responsabili della febbre tifoide e delle febbri enteriche in genere), in cui l’uomo rappresenta l’unico serbatoio del microrganismo, e forme non tifoidee, causate dalle cosiddette salmonelle minori (come S. typhimurium e la S. enteritidis), responsabili di forme cliniche a prevalente manifestazione gastroenterica.
Le salmonelle non tifoidee, responsabili di oltre il 50% del totale delle infezioni gastrointestinali, sono una delle cause più frequenti di tossinfezioni alimentari nel mondo industrializzato. I principali serbatoi dell’infezione – conclude la Coldiretti – sono rappresentati dagli animali e i loro derivati (come carne, uova e latte consumati crudi o non pastorizzati) e l’ambiente (acque non potabili) rappresentano i veicoli di infezione.
Antonella Salini
Fonte: «Agenzia DIRE» – «www.dire.it»