Dissensi su liste PD in Emilia, Galletti: “Io il mal di pancia lo vedo molto sui giornali e poco tra la gente”
BOLOGNA – Il Pd ha varato le sue liste di candidati alle elezioni in Emilia-Romagna e, puntuali, sono esplosi dissensi e polemiche. A Bologna, ad esempio, non smette di far discutere la candidatura in quota dem del centrista Pier Ferdinando Casini.
Ma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti minimizza e soprattutto segnala: “Io il mal di pancia lo vedo molto sui giornali e poco tra la gente. È chiaro che quando si fa un’alleanza ci sono i candidati che rappresentano quell’alleanza e anche a Bologna è così come in altre zone d’Italia”.
“NOI SEMPRE MODERATI COME NEL 2006”
Ad ogni modo quel che sta accadendo non rappresenta uno spostamento al centro del Pd, o almeno non per Galletti: lui dice di “no”, ma “comunque bisogna chiederlo al Pd. Per quanto ci riguarda noi non ci siamo mai mossi da dov’eravamo. Siamo quei moderati che eravamo nel 2006, nel 2008 e nel 2013 e oggi ci ripresentiamo con lo stesso programma. Abbiamo governato cinque anni però, e siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto”.
E a Bologna la situazione “la vedo bene“, il nodo candidati è stato ‘risolto’ in un modo che “riflette il progetto nazionale che noi come Civica popolare abbiamo deciso di intraprendere: dare continuazione a questi cinque anni di Governo.
Abbiamo scommesso su un’alleanza nata in un momento difficile per il paese che ha dato buoni risultati, perchè io- insiste Galletti a margine di un evento di Hera- rivendico le riforme che abbiamo fatto in questi anni: abbiamo preso un Paese che soffriva dal punto di vista economico, era in decrescita e lo abbiamo restituito dopo cinque anni con conti a posto, riforme fatte e prospettive buone”.
Dunque il progetto di governo in tandem con il Pd “va continuato e noi lo riproponiamo agli elettori. Non è un progetto nuovo, non abbiamo bisogno di fare promesse. Noi portiamo sul tavolo, a differenza degli altri, quello che abbiamo fatto, poi diciamo come vogliamo continuare a fare il lavoro che abbiamo intrapreso”, taglia corto Galletti.
LA CORSA A SINDACO? “AMMINISTRATIVE FRA 3 ANNI..”
Il ministro non si ricandida e molti leggono nella sua scelta l’anticamera di una candidatura a sindaco di Bologna. “Le elezioni amministrative sono nel 2021, oggi siamo nel 2018.
Io- dice Galletti- voglio bene a questa città e lavorerò per questa città da libero cittadino. Poi è chiaro, il mio impegno politico continua, non continua in Parlamento dove sono stato sette anni, ed è stata una bella esperienza”.
Nella vita, conclude Galletti, “bisogna fare sempre cose nuove. Visto che ho la possibilità di farlo, lo faccio”. Ma che cosa farà? “Il lavoro che ho sempre fatto, il commercialista. Poi non vuole dire che non continuerò a impegnarmi in politica. È inutile girarci attorno: la politica è una grande passione che non abbandoni mai nella vita”, tiene la porta aperta su ogni opzione.
“CASINI OMOFOBO, TOGLIERLO DI TORNO”
La parola d’ordine della ‘campagna’ è chiara: “Non votare il tuo carnefice“. L’obiettivo pure: non far eleggere Pierferdinando Casini in Parlamento, candidato a Bologna al collegio uninominale per il Senato col Pd. A lanciare l’iniziativa (a livello personale, ci tiene a precisarlo) è Vincenzo Branà, presidente del circolo Arcigay “Il Cassero” di Bologna, con un eloquente post pubblicato ieri su Facebook.
“Una ‘casinata’ al giorno per toglierlo di torno“, scrive Branà, con tanto di hashtag #nonvotareiltuocarnefice e di link a una dichiarazione di Casini del 2013, quando in un colpo solo il leader centrista si dichiarò contro le nozze gay e inciampò in un parallelismo tra omosessualità e pedofilia.
Da qui al 4 marzo “centellinerò le sue prese di posizione sulle donne, l’interruzione di gravidanza, i consultori, i diritti della comunità lgbt e gli stranieri, con un richiamo ai valori- spiega Branà, parlando alla Dire- credo sia un dovere di chi fa attivismo lasciare fuori l’omofobo. E qui l’omofobo è Casini”.
Il presidente dell’Arcigay di Bologna precisa che il problema “non è col Pd”, ma solo nei confronti dell’ex fondatore dell’Udc. Anche perchè “per come si stanno formando le liste- sottolinea Branà- a Bologna ci troviamo col paradosso che col Pd c’è Casini e con Forza Italia c’è Anna Maria Bernini, che è favore delle unioni omosessuali e delle adozioni“.
Detta in altri termini, “quello più a sinistra è a destra. Alla fine Casini è il peggiore sulla scheda- insiste il numero uno del Cassero- sono anche curioso di vedere come si comportano le ‘compagne’ (le donne del Pd, ndr), che oggi si lamentano delle quote rosa ma che hanno dovuto cedere il posto a un liberticida come lui”.
Mattia Cecchini
Fonte: «Agenzia DIRE» – «www.dire.it»