Il venticinque aprile prossimo, la casa Emmaus di Iglesias, la struttura residenziale terapeutico riabilitativa, compirà trent’anni.
Questo mese nella ”Comunità Uomini” abbiamo iniziato un lavoro su quelli che noi Educatori chiamiamo salvagenti emotivi, ossia tutti quelli elementi che compongono la nostra vita e che ci permettono ”di stare a galla”, dei meccanismi di difesa che servono a tutelarci dal malessere esterno: un vero e proprio sostegno psicologico.Gli stati di crisi emotiva fanno parte della vita di ogni essere umano (una perdita importante in famiglia, un’insoddisfazione, un cedimento, una delusione) e sta ad ognuno di noi riuscire ad affrontare tutte le situazioni che ci troviamo davanti senza dover ricorrere a sotterfugi o cadere in cedimenti e tentazioni malsane/negative.
La cultura come finestra sul mondo
L’attività artistica del giovedì si è rivelata un’occasione di incontro e di crescita per le ragazze, che dimostrano un interesse sempre maggiore. Le ragazze sono seguite da una professoressa di educazione artistica che non si limita a proporre loro una lezione frontale: cerca infatti di coinvolgerle in maniera attiva per far sì che possano esprimere attraverso nuove forme la propria personalità. Nell’ultimo periodo hanno analizzato insieme “Il piccolo principe”, capolavoro immortale di Antoine de Saint-Exupéry. Successivamente, dopo aver scelto le frasi più significative dell’opera, hanno iniziato a riprodurle sui muri del salone della comunità. Ecco dunque che l’esperienza culturale si diffonde a partire dal suo ambito specifico per andare a interessare la vita di tutti i membri di Casa Emmaus. Le attività culturali sono di fondamentale importanza perché consentono alle ragazze di “staccare” dalla routine e dai pensieri ossessivi cui spesso sono soggette per aprirsi a nuovi punti di vista sul mondo. In questo modo attraverso l’analisi dei prodotti artistici giungono anche a una maggiore conoscenza di sé.
Africa e Sud America si incontrano a Iglesias con una musica che racconta l’unità, è Jaliyah il nome del cd musicale realizzato nei laboratori musicali di Casa Emmaus. Protagonisti M’JaliSusso e Adry Fernandez sono arrivati in Sardegna dopo rotte diverse e si incontrati a Casa Emmaus, comunità di accoglienza che opera nella cittadina del Sulcis dal 1988. M’JaliSusso, 18 anni, è arrivato dal Gambia come minore straniero non accompagnato, tante idee per la testa e una missione: suonare il Kora, strumento musicale tipico del suo paese. Adry Fernandez, 38 anni è invece uruguaiano, musicista, a Casa Emmaus conduce i laboratori musicali per i migranti. La cultura africana arrivata in Sud America con la tratta degli schiavi nello scorso millennio ha contribuito a costruire una radice molto profonda nell’arte e nella musica del continente. Dal candombe, al tango, dalla musica brasiliana a quella cubana: tutto riporta all’Africa. A Casa Emmaus, nella piccola città di Iglesias queste due culture si incontrano per costruire una musica che racconta emozioni e storie di chi ha solcato il mare e l’oceano per arrivare in Europa, nell’isola di Sardegna senza voler distruggere le proprie radici. Da questa esperienza nasce Jaliyah, il primo disco con otto brani nati nei laboratori musicali che hanno coinvolto anche altri ospiti delle strutture msna e collaboratori dell’associazione. Un brano è di Bks, nome d’arte del 14enne Mohamed, dalla Costa d’Avorio è arrivato a Casa Emmaus e ha subito trovato nel rap uno spazio di crescita importante e un grande strumento di relazione con i coetanei del territorio, a ottobre ha registrato un singolo con un altro artista iglesiente: “Señorita” disponibile anche su Spotify https://open.spotify.com/album/5O3Q7QM4hKaRzqQ7KpmxY9. One Love, brano di M’Jali Suso al Kora ha la straordinaria partecipazione dell’attore Elio Turno Arthemalle, fruibile anche su YouTube https://www.youtube.com/watch?v=nBcgzEPK97c e che è stato eseguito anche all’Arena Sant’Elia di Cagliari in occasione del concerto “Mama Sardigna”. Nel cd anche due brani di musica elettronica di John Kevin, beneficiario del progetto Sprar.
Il lunedì nell’appartamento doppie diagnosi
La musica è uno strumento molto potente per la capacità che ha di stimolare l’emotività, di procurare piacere e di favorire l’aggregazione. In particolare attraverso la canzone, si riesce ad acquisire significati molto importanti e diversi da un individuo all’altro. Dovendo lavorare con persone affette da patologie psichiatriche gravi (come disturbi della personalità, disturbi dell’umore come depressione o attacchi di panico, abuso di sostanze), che spesso non riescono ad esprimere il proprio disagio attraverso la parola, la musica diventa un facilitatore in questo senso e in più ha un potere vivacizzante sul luogo di cura, dove i percorsi sono spesso lunghi e difficili. Rispetto ad altre attività di gruppo, la presenza della musica rende il clima sicuramente più confidenziale. Persone che di solito faticano ad esprimersi tendono ad aprirsi maggiormente. Il commentare la canzone diventa un’occasione per parlare di sé, perché ognuno attribuisce un significato diverso al brano, a partire dalla scelta stessa della canzone che può diventare rappresentativa della persona o di come si sente in quel momento. Spesso emergono: ricordi del passato, identificazioni con il protagonista della canzone o addirittura con il cantante. Può anche succedere che certe canzoni abbiano effetti dolorosi, visto che si tratta di persone molto sensibili e con grandi fragilità. In questo caso il gruppo aiuta a contenere le reazioni di sofferenza o di angoscia, ma nella scelta dei brani questa possibilità va comunque tenuta presente dal conduttore.
Gli ultimi mesi dell’anno hanno dato l’opportunità ad alcune ragazze del centro di accoglienza straordinaria di prendere parte al corso di formazione professionale dal titolo “gestione della sala e gestione sicura del luogo di lavoro” organizzato dalla Confesercenti Provinciale di Cagliari e volto all’acquisizione delle competenze di base del servizio di gestione della sala. Le ragazze hanno accolto con molto entusiasmo l’opportunità e, nonostante le difficoltà con la lingua italiana, si sono sperimentate nelle lezioni teorico- pratiche ottenendo l’attestato finale. Il corso, che si è tenuto tra novembre e dicembre dell’anno appena concluso, si è rivelato una buona occasione per imparare termini tecnici della lingua italiana e approcciarsi ad una nuova professione, nella speranza che possa convertirsi in uno strumento spendibile nel mercato del lavoro. Da qualche mese, inoltre, le giovani e neomaggiorenni ragazze del cas frequentano il Centro Giovani della città di Iglesias, un servizio rivolto ai giovani e agli adolescenti dai 14 ai 30 anni. In una realtà in cui accade spesso che persone con differenti background culturali vivano insieme in società è necessario che vi siano spazi alternativi che permettano di sperimentare la conoscenza e il rispetto delle diversità che fanno parte del nostro quotidiano, per creare uno spirito di accoglienza, mutua accettazione, scambio costruttivo e arricchimento di valori. L’idea della collaborazione con il Centro Giovani del Comune di Iglesias nasce con l’obiettivo di favorire la creazione di un momento di incontro e scambio tra i giovani ospiti di Casa Emmaus e i coetanei iglesienti in un percorso di scoperta del Sè e dell’Altro, per agevolare il passaggio di informazioni e lo scambio costruttivo di esperienze. Nelle serate al centro giovani, ormai divenute appuntamento fisso, i ragazzi si cimentano in tombolate multilinguistiche, giochi di società, partite al biliardino e momenti di socializzazione.
Il mese appena trascorso, Dicembre, ha portato nelle nostre ragazze qualche momento di malinconia. Hanno preferito quasi tutte cercare di riposarsi e riacquistare le energie in vista di un mese piuttosto impegnativo qual è Gennaio. La stanchezza che le ragazze accusano non è tanto fisica quanto mentale, sono i corsi formativi ad occupare gran parte del loro tempo, nonché le tante progettazioni che le nostre seguono all’interno del loro percorso. Coloro che ancora non seguono corsi specifici infatti si stanno concentrando, assieme ai loro operatori, nello sviluppo di una progettualità che le consenta di intraprendere, terminare e usufruire dei corsi formativi in partenza tra fine gennaio e i primi di febbraio. Il corso più impegnativo sotto il profilo non solo della lunghezza ma anche del coinvolgimento personale è il corso “Impresa Diamante”. Si tratta di un “per-corso”, piuttosto innovativo che vede impegnate le ragazze. La particolarità consiste nel fatto che, non solo si segue una formazione dove viene insegnata una o più materie, in aggiunta le nostre beneficiarie vengono guidate passo passo, col supporto di professionisti del settore, nello sviluppo di una propria idea imprenditoriale. Ciascuna ha quindi ideato un progetto imprenditoriale e all’interno del corso lo svilupperà fino, ce lo auguriamo, alla sua realizzazione! Alcune ragazze mirano nel realizzare un suo sogno che inseguono da tempo, altre hanno assunto un punto di vista opposto: rompere col passato e respirare aria nuova qui a Iglesias. Diamante non è l’unico corso che le nostre ragazze stanno frequentando. Altri esempi sono i corsi professionali appena conclusi (erogati dalla confcommercio di Cagliari) per la qualifica di Barman, cameriere di sala, Marketing e operatrice di orto sinergico urbano. I corsi formativi sono tra gli aspetti più rilevanti del nostro programma, permettono ai nostri amici d’oltremare di formarsi in Italia, non solo imparando un nuovo mestiere ma, spesso, dandogli la possibilità di portare nel loro nuovo paese d’accoglienza le svariate professionalità che avevano in passato. Ciascun corso è una possibilità, un mattone nella costruzione delle vite nuove!