Ricercatore italiano scelto dalla Nasa per entrare nel team della missione Osiris-Rex
ROMA – Si chiama Maurizio Pajola ed è un ricercatore dell’Istituto Nazionale Astrofisica (Inaf) di Padova: è lui il terzo italiano scelto dalla Nasa per entrare nel team della missione Osiris Rex.
Raggiunge così i colleghi Elisabetta Dotto dell’Inaf di Roma e John Robert Brucato dell’Inaf di Firenze, già membri della squadra.
Il suo compito sarà quello di studiare la superficie dell’asteroide Bennu per individuare, tra le altre cose, il punto più propizio per l’avvicinamento della sonda e il prelievo di un campione di suolo.
LA MISSIONE OSIRIS REX
Il lancio della sonda Osiris-Rex è avvenuto l’8 settembre 2016. Il suo compito è quello di raggiungere l’asteroide Bennu- appuntamento previsto per dicembre 2018- per poi seguirlo nella sua orbita per un periodo di due anni e quindi avvicinarsi alla superficie del corpo celeste per prelevarne attraverso un braccio robotico un campione incontaminato di regolite carbonacea di almeno 60 grammi.
Al termine della manovra, la sonda inizierà il suo viaggio di ritorno verso la Terra, che raggiungerà il 24 settembre del 2023.
Nella fase di avvicinamento al nostro pianeta la sonda rilascerà una capsula contenente il campione raccolto che atterrerà nel deserto dello Utah (Stati Uniti).
Una volta a terra, il campione sarà trasportato al Nasa Johnson Space Center per essere preservato e per le future analisi dei suoi costituenti, della loro distribuzione e della sua storia.
Dopo la missione Rosetta prosegue quindi la ricerca sugli asteroidi. Con Osiris Rex si punta a mappare le proprietà globali, chimiche e mineralogiche di un asteroide carbonaceo primordiale per caratterizzare la sua storia geologica e dinamica.
Ma dovrà anche misurare l’effetto Yorp di un asteroide potenzialmente pericoloso e individuarne le proprietà che contribuiscono a tale effetto.
IL PROGETTO DI PAJOLA
La Nasa ha lanciato un programma di reclutamento di scienziati basato sulla selezione di progetti scientifici meritevoli. Sono arrivate 79 proposte, 13 quelle selezionate.
L’idea di Pajola è quella di uno “studio scientifico delle distribuzioni in dimensioni di tutti i massi superficiali, dal metro fino al centimetro, con, in aggiunta, l’identificazione delle densità di massi sulla superficie.
Questo aspetto scientifico è di fondamentale importanza anche dal punto di vista ingegneristico per l’identificazione del migliore sito di atterraggio sicuro su Bennu”, spiega.
Il proposal inviato da Pajola è stato supportato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). “Conoscevamo i risultati raggiunti da Pajola nell’ambito della missione Rosetta e non abbiamo esitato a far sapere alla Nasa che avremmo finanziato, per quanto dovuto, le sue attività scientifiche sulla missione Osiris-Rex”, commenta Barbara Negri, responsabile dell’unità Esplorazione ed Osservazione dell’Universo dell’Asi.
“Con la selezione del mio progetto di ricerca divento automaticamente Participating Scientist Co-Investigator dello strumento che ho proposto di utilizzare”, aggiunge lo scienziato originario del Veneto.
Pajola lavorerà sull’Osiris-Rex Camera Suite (Ocams), cioè la fotocamera della sonda che si compone a sua volta di tre strumenti principali.
PolyCam (fotocamera associata ad un telescopio di 20 centimetri di diametro utilizzata per l’acquisizione delle immagini nella fase di avvicinamento all’asteroide e per quelle ad altissima risoluzione una volta in orbita), MapCam (sviluppata allo scopo di individuare eventuali satelliti presenti o fenomeni di degassificazione dalla superficie e per produrre mappe globali a colori della superficie di Bennu) e SamCam (riprenderà in modo continuo il recupero del campione dalla superficie dell’asteroide).
IL SOGNO DI ROSETTA CONTINUA
“Sono emozionatissimo di essere entrato nella missione Osiris-Rex ”, commenta Pajola. “Non me l’aspettavo, ma ci tenevo davvero tanto dopo tutti i giorni e le notti passate a lavorare sulla superficie della cometa di Rosetta 67P, sia quando ero pagato per lavorare su Rosetta ed ero in Italia al Cisas-Università di Padova, sia nei due anni trascorsi al laboratorio Nasa Ames Research Center.
Dopo aver identificato tutti i massi sulla superficie cometaria e averne studiato il loro potenziale scientifico ed ingegneristico, ora tutto questo potrò applicarlo su Bennu portando sempre con me la missione scientifica che più mi ha dato finora nella mia carriera da ricercatore: Rosetta”.
Antonella Salini
Fonte: «Agenzia DIRE» – «www.dire.it»