L’angolo della poesia di Giuseppina Carta
Fiori bianchi di mandorlo
Sotto i piedi
il rumore lacero
delle foglie secche,
mentre intorno tutto ancora dorme,
tra temporali improvvisi
scoppiati come singhiozzi,
fiori bianchi
si aprono all’alba
di giorni ancora ghiacciati.
Ricoprono di un candido velo
alberi spogli
dai rami contorti.
Li ho visti volare
come speranze
trasportati dal vento di maestrale.
La realtà vive di illusioni
o forse di speranze
che si stagliano
nel turchese del cielo
come fiori bianchi di mandorlo.
Giuseppina Carta
Nel tardo inverno quando tutto ancora dorme, le infiorescenze dell’albero di mandorlo sono i primi segni del risveglio della natura, tutto si rinnova dopo il freddo pungente. La primavera è la stagione che ha ispirato di più gli artisti: musicisti, poeti e pittori, hanno omaggiato con le loro elaborazioni la rinascita della natura, il fiorire di una nuova vita. Nel 1890 Van Gogh dipinse” , “Ramo di mandorlo in fiore” un omaggio a una nuova vita che venne al mondo. La mia Poesia vuole essere un piccolo omaggio a questo pittore e a questo dipinto.
Ramo di mandorlo in fiore, è un dipinto a olio su tela, realizzato da Vincent van Gogh a Saint Rémy nel 1890, che regalò al fratello Theo Van Gogh e alla moglie Johanna Bonger per la nascita del loro figlioletto: Vincent Willem. Il quadro è la rappresentazione di un ramo di mandorlo fiorito, dai petali bianchi che si stagliano nel cielo blu, dalle sfumature turchesi. Come simbolo di vita, Van Gogh scelse i rami del mandorlo, uno dei primi alberi in fiore che, in quel mese di febbraio annunciava l’imminente primavera. L’opera fu ispirata dalle stampe giapponesi, probabilmente la prima di una serie che Vincent non riuscì a terminare perché sconvolto da una crisi. Il quadro è esposto al Van Gogh Museum di Amsterdam.
Giuseppina Carta