Nella primavera del 1943 Oristano è stata sede universitaria

Nella primavera del 1943 Oristano è stata sede universitaria

“I goliardi sulle sponde del Tirso”

DI BEPPE MELONI

In quelle dolorose giornate di guerra del febbraio 1943, l’aviazione angloamericana inizia a lanciare spezzoni e bombe dirompenti e incendiarie sulla città di Cagliari, causando un inferno di distruzione e di morte sul capoluogo della Sardegna. Il primo bombardamento è del 17, un mercoledì, e segna l’inizio della tragica odissea che sino al maggio 1944 avrebbe ridotto la città a un cumulo di macerie. Quel giorno gli aerei si fanno vivi nel primo pomeriggio verso le 14,30, e in molti quartieri gli abitanti, anziché recarsi al rifugio, si affacciano ai balconi delle case, esponendosi agli spezzoni e alle schegge che cadono a grappoli.

Altri vengono raggiunti dagli ordigni mentre tentano di raggiungere i rifugi. I successivi bombardamenti sono quelli di venerdì 26 e domenica 28, mentre ancora si scava sotto montagne di macerie per estrarre morti e feriti. Quello del 28 febbraio sarà il più spaventoso dell’intera guerra, con un centinaio di vittime.

L’esodo massiccio è dei giorni seguenti, quando decine di migliaia di cagliaritani abbandonano la città con ogni mezzo: treni, autobus, automobili private. E ha inizio il grande cammino verso l’interno della Sardegna.

Anche se una parte degli abitanti non se la sente di abbandonare le proprie case e il capoluogo che, sebbene colpito a morte, sembra poter tornare alla normalità.

Illusione che dura appena un mese. Il 31 marzo infatti su Cagliari si abbatte un altro diluvio di bombe. La paura gela tutti e le partenze verso l’interno assumono le caratteristiche di una fuga collettiva.

Ma oltre alla gente, ora si trasferiscono anche le istituzioni. Tra esse l’Università, che trova una sistemazione provvisoria a Ghilarza, Ales e Oristano.

Per sapere come eravamo in quel terribile 1943, basta rileggere un bell’articolo, apparso vent’anni dopo ( 28 marzo 1958) sulle colonne de L’Unione Sarda, firmato dal Dott. Pietro Leo. In quegli anni Direttore amministrativo dell’Università di Cagliari e più avanti figura di rilievo della Democrazia Cristiana sarda e Sindaco del capoluogo.

Il quale ricorda che Oristano, nel 1943 è stata una città universitaria. Il racconto parte dall’anno accademico 1942 – 1943, che inizia con regolarità, quasi non si fosse in guerra.

Cagliari viene addirittura prescelta dal Ministero dell’educazione nazionale come sede di esami di Stato per medici e farmacisti, ai quali partecipano tra gli altri, laureati provenienti dalla penisola. E quando la città si svuota dopo i bombardamenti, si pone il problema di trasferire altrove l’Ateneo, decidendo lo svolgimento della sessione estiva degli esami per non far perdere un anno ai laureandi. Alcune Facoltà andranno a Ghilarza, altre ad Ales ed altre ancora a Oristano: Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Magistero.

Della città arborense Leo conserva un ricordo splendido, con quella domenica di maggio che aveva concluso il Congresso Eucaristico regionale del 1931. I rapporti con le autorità oristanesi sono ottimi. L’Arcivescovo Giuseppe Cogoni, il Podestà Paolo Lugas, l’Ing. Davide Cova, primo Sindaco dopo la Liberazione, nominato dalla Comitato di Concentrazione antifascista. Il Segretario generale del Comune Federico Deidda e il Preside del Liceo De Castro Luigi Barbacini, si mettono a disposizione dei dirigenti cagliaritani. Si recuperano 25 camere in case private, destinate ai professori mentre, grazie all’Arcivescovo, una sessantina di ragazze vengono sistemate in Istituti religiosi, e si stipulano convenzioni con ristoranti e alberghi. L’Arcivescovo mette a disposizione anche qualche camera del palazzo vescovile, e il Dott. Leo ha così l’onore di riposare nella stanza che qualche secolo prima aveva ospitato il Re Carlo Alberto.

Mons. Cogoni (Pirri 1885 – Oristano 1947) era arrivato in città da Nuoro il 12 marzo 1939, preceduto dalla fama di sacerdote combattivo e fiero oppositore del regime.

Nel dopoguerra il suo ruolo sarà determinante nella costituzione dei “Comitati civici” della DC in Sardegna, con l’Arcivescovo di Sassari Arcangelo Mazzotti e al Vescovo di Alghero Adolfo Ciuchini. Non a caso, il primo congresso regionale della Democrazia Cristiana si svolgerà a Oristano il 28 marzo 1944, con una relazione del Prof. Luigi Lamberti di Sassari.

Nella città di Eleonora, infine, Cogoni fonderà il primo giornale cattolico dell’isola, “Il Quotidiano Sardo“, diretto da Mariano Pintus, che sarà firmatario con l’On. Segni della prima proposta di legge per la quarta provincia.

Le lezioni e gli esami si tengono nelle aule del De Castro, e le tesi di laurea, un centinaio, vengono discusse nella sala consiliare del Palazzo civico. Tutto finisce nel tardo autunno di quell’anno, quando l’Ateneo farà ritorno a Cagliari.

E Oristano riprende il suo tran tran quotidiano, per vivere quel secondo impegnativo dopoguerra nel segno di una tradizione che non muore.

Beppe Meloni