Si sta per allontanare di cinque mesi la possibilità di andare in pensione, ma nel frattempo sono state prorogate per un anno ancora le agevolazioni che consentono l’anticipo pensionistico a 63 anni ed è stata bloccata l’età pensionabile per alcune categorie di lavoratori svantaggiati, gli addetti ai lavori gravosi.
L’ape volontario, poi, che sarebbe dovuto diventare operativo dal 1° maggio 2017, sta finalmente per essere attivato, perché si stanno concludendo in questi giorni gli accordi quadro con le banche e le assicurazioni sul prestito pensionistico.
Sono stati ampliati anche altri strumenti che consentono il prepensionamento, come l’isopensione, che permette agli esuberi l’uscita dal lavoro sino a 7 anni di anticipo. Ma facciamo un breve punto della situazione sulle ultime notizie sulla pensione.
Indice
Ultime notizie pensione di vecchiaia
La pensione di vecchiaia, dal 1 gennaio 2018, può essere ottenuta soltanto con un’età pari a 66 anni e 7 mesi: questo requisito è valido per tutti i lavoratori, pubblici e del settore privato, autonomi e dipendenti, uomini e donne.
Dal 2019 il requisito aumenta a 67 anni, ad esclusione degli addetti ai lavori gravosi, per i quali, con un minimo di trent’anni di contributi, l’età pensionabile resta a 66 anni e 7 mesi. Ricordiamo che per ottenere la pensione di vecchiaia non basta soddisfare il requisito di età,
ma è anche necessario possedere un minimo di 20 anni di contributi (15 anni per i destinatari della deroga amato o perché si avvale dell’opzione contributiva) ed un assegno pari a 1,5 volte l’assegno sociale, se la pensione è calcolata con il sistema interamente contributivo.
È poi possibile ottenere la pensione di vecchiaia con un minimo di 5 anni di contributi e di 70 anni e 7 mesi di età, 71 anni dal 2019, per coloro la cui pensione si calcola con il sistema contributivo.
La pensione di vecchiaia può essere ottenuta con dei requisiti di età agevolata per chi ha un’invalidità pensionabile minima dell’80%: si tratta della cosiddetta pensione di vecchiaia anticipata per invalidità.
Ultime notizie pensione anticipata
Nel 2018, la pensione anticipata ordinaria continua a poter essere percepita con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il requisito aumenterà di cinque mesi dal 2019. Nel 2019 aumenta da 41 anni a 41 anni e cinque mesi anche il requisito per la pensione anticipata dei lavoratori precoci appartenenti alle categorie svantaggiate: su questo punto, però, si attendono chiarimenti.
La pensione anticipata per chi è soggetto al calcolo esclusivamente contributivo della pensione nel 2018 continua a ottenersi con un minimo di 63 anni e 7 mesi di età, 20 anni di contributi è un importo dell’assegno pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Il requisito di età aumenterà nel 2019 a 64 anni.
L’anticipo pensionistico, sia quello a carico dello Stato (Ape sociale) che quello ottenibile grazie un prestito bancario (Ape volontario), dovrebbero poter essere richiesti non più a partire dai 63 anni, ma a partire dai 63 anni e 5 mesi, sussistendo i requisiti contributivi. Questo, perché la durata dell’anticipo pensionistico non può superare 3 anni e 7 mesi, quindi slittando di cinque mesi la pensione di vecchiaia nel 2019, di conseguenza dovrebbe slittare anche l’Ape: sul punto, però, si attendono dei chiarimenti ufficiali.
Molte le novità 2018 per quanto riguarda l’Ape sociale:
- possibilità di richiedere l’anticipo agevolato anche per coloro che sono stati cessati dal lavoro a seguito di un contratto a termine, se vantano almeno 18 mesi di contratto negli ultimi tre anni;
- possibilità di richiedere l’Ape anche per coloro che assistono un familiare di secondo grado portatore di handicap grave e convivente, qualora i suoi genitori o il coniuge abbiano compiuto 70 anni, oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti;
- possibilità di alleggerire il requisito contributivo per l’Ape sociale di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due, per le donne;
- estensione dei benefici per gli addetti ai lavori gravosi a quattro nuove categorie di lavoratori: si tratta di operai siderurgici, lavoratori marittimi e della pesca, operai agricoli; per tutti gli addetti ai lavori gravosi, comprese queste nuove categorie, non si applica più il vincolo di una tariffa Inail pari almeno al 17 per mille; inoltre è possibile accedere alla pensione anticipata precoci, sussistendo i requisiti, e si applica il blocco dell’età pensionabile, con un minimo di 30 anni di contributi; l’attività gravosa può risultare svolta anche per 7 anni nell’ultimo decennio, e non solo per 6 anni nell’ultimo settennio.
Per quanto riguarda l’Ape volontario, l’impatto delle rate di restituzione del prestito sulla pensione può essere alleggerito sia nel caso in cui l’azienda versi dei contributi integrativi (Ape aziendale), sia nel caso in cui l’interessato aderisca a un fondo di pensione complementare, ottenendo la rendita integrativa anticipata (Rita) con un massimo di 10 anni di anticipo
Isopensione e assegno straordinario
Utilizzando gli strumenti dell’isopensione e dell’assegno straordinario, gli esuberi possono godere di un trattamento pari alla pensione con un massimo di 7 anni di anticipo. Lo strumento è oneroso per le aziende, difatti si stima che sarà utilizzato per gli esuberi delle grandi imprese.
Pensione anticipata per gli addetti ai lavori usuranti
Per gli addetti ai lavori usuranti ed ai turni notturni, oltre alla pensione anticipata con 41 anni di contributi, dedicata ai precoci, resta la possibilità di ottenere la pensione di anzianità con le quote. La quota minima prevista è 97,6 con un minimo di 61 anni e sette mesi di età e 35 anni di contributi. Questo requisito resterà invariato sino al 31 dicembre 2026. Scade il 1° maggio 2018 la possibilità di inviare le domande di certificazione dei requisiti per chi matura l’accesso alla pensione nel 2019.
Fonte: https://www.laleggepertutti.it