Referendum bis o non referendum bis su Brexit, questo è il problema. Nel Regno Unito continua a far discutere la più accesa delle questioni riguardanti l’uscita del Regno Unito dall’UE, nonostante i negoziati con l’Unione Europea stiano per entrare nella tanto agognata seconda fase. Questa volta ad essersi detto favorevole ad un referendum bis su Brexit è stato Nigel Farage, ex leader dell’Ukip, il partito di estrema destra fautore della Brexit, ridottosi ad un lontano ricordo alle ultime elezioni politiche dello scorso 8 giugno.
Farage, a differenza dell’ex premier laburista Tony Blair o di altri parlamentari filoeuropei, non sarebbe d’accordo ad un referendum bis su Brexit per evitare i disastri che sta già provocando l’uscita dall’UE (molte società e banche hanno infatti scelto i porti sicuri delle città europee come Parigi o Amsterdam), ma soltanto perché si ritiene sicuro che gli inglesi voterebbero alla stessa maniera e quindi una seconda vittoria sulla Brexit metterebbe a tacere tutte le voci contrarie una volta per tutte.
Naturalmente non si tratta di un ripensamento da parte di Nigel Farage, già a ridosso del primo referendum aveva detto che sarebbe stato favorevole ad un referendum bis su Brexit se l’esito delle urne avesse dato uno scarto esiguo tra il Remain e il Leave (all’epoca era convinto che vincesse di poco il Remain ma, come sappiamo dalle votazioni del 23 giugno 2016 uscì vincitore il Leave con il risultato di 52% a 48%).
Ad essere contraria ad un referendum bis su Brexit è invece Theresa May, la quale ha escluso sin da subito questa ipotesi, considerandola un “tradimento del risultato delle urne e quindi degli elettori“. Intanto in Gran Bretagna, secondo gli ultimi sondaggi del centro statistico britannico YouGov, gli elettori che pensano che sia sbagliato abbandonare l’UE sono in crescita (52%), anche se questo non significa che vorrebbero un secondo referendum su Brexit, ma anzi, che la Gran Bretagna debba ormai continuare il suo percorso per uscire dall’Unione Europea. Cosa riserverà il futuro dei britannici? Anche se i negoziati sono sempre più difficili (e la premier May non ha di certo il coltello dalla parte del manico), sembra che la possibilità di tornare indietro e bloccare l’articolo 50 del trattato di Lisbona sia sempre un’idea più lontana, quasi un’utopia.
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