L’indicibile crudeltà dell’uomo sull’uomo e le radici dell’odio sono al centro de “Il sacco umano” – lo spettacolo scritto e diretto da Lea Karen Gramsdorff e impreziosito dalle scenografie e dalla colonna sonora di Simone Dulcis – che debutterà giovedì 25 e venerdì 26 gennaio all’ITC “Primo Levi” di Quartu Sant’Elena per approdare sabato 27 gennaio all’Istituto Martini di Monserrato e infine lunedì 5 febbraio al Teatro Tonio Dei di Lanusei.
Dopo “La III Onda” sulla pericolosa seduzione del nazionalsocialismo, la regista e drammaturga s’interroga sull’“atavico conflitto culturale tra ebrei e cristiani” attraverso le parole di autori come la filosofa Hannah Arendt e lo scrittore Primo Levi, la poetessa Else Lasker-Schüler, e trae ispirazione dalle opere dello scrittore e saggista Amos Oz e del regista Louis Malle (che in “Arrivederci ragazzi” offre un ricordo struggente delle vittime dell’Olocausto).
Ne “Il sacco umano” due giovani, incontratisi sulla riva di un ruscello, si accusano reciprocamente di furto, dando il via ad un duello fisico e verbale in cui mettono in gioco forza e astuzia, nel tentativo di affermare ciascuno contro l’altro la propria superiorità fisica e intellettuale, finché un’inquietante scoperta li porrà di fronte ad una terribile verità, trasformandoli loro malgrado in alleati nella lunga attesa dell’alba. Il nuovo giorno poterà con sé una speranza di salvezza e – forse – il perdono. Una storia emblematica che mette a nudo pregiudizi e stereotipi, attraverso la presa di coscienza dei protagonisti che si riconoscono, pur nelle differenze e al di là di inutili antagonisti, simili ed eguali, in quanto – semplicemente – esseri umani.
«Anche negli esseri umani sono rimaste alcune piccole stelle cadenti, sebbene la maggior parte di essi se le sia lasciate sfuggire. Ma in me si trova ancora l’intero universo e io posso lottare anche contro un altro mondo» scriveva Else Lasker- Schüler nel 1912 in una lettera a Karl Kraus, che a sua volta definì l’autrice di “Meine Wunder” – nonché una delle voci più significative dell’Espressionismo – come «il più forte e impervio fenomeno lirico della Germania moderna». Un’immagine poetica che sembra anticipare la cupa tempesta che si abbatterà sull’Europa di lì a qualche decennio ma anche idealmente rispondere al buio dell’anima con la propria luce interiore – un messaggio positivo che si aggiunge all’insegnamento di Hannah Arendt: «Il perdono è la chiave per agire e per essere liberi».
“In un cielo di stelle gialle… bianche farfalle”, ovvero la Shoah dei bambini con lo spettacolo de Il Crogiuolo, scritto e diretto da Rita Atzeri e interpretato da Antonio Luciano e Marta Gessa in scena da DOMANI (martedì 23 gennaio) fino a sabato 27 gennaio a Selargius alla Scuola Media Dante Alighieri, e ancora lunedì 29 gennaio al Teatro Tonio Dei di Lanusei e infine martedì 30 gennaio al Teatro Civico Oriana Fallaci di Ozieri.
Una pièce a misura di giovanissimi, liberamente ispirata a “La Repubblica delle farfalle” di Matteo Corradini, a “Ultima fermata: Auschwitz” di Frediano Sessi, a “Otto. Autobiografia di un orsacchiotto” di Tomi Ungerer e a “Le valigie di Auschwitz” di Daniela Palumbo: un’antologia che comprende le cronache di Terezìn e la storia di un ragazzo ebreo in Italia dopo le famigerate “leggi razziali”, le avventure di un orsetto e dei suoi due piccoli amici e alcuni racconti che mostrano i tanti tristi volti della Shoah.
Vite travolte e spezzate dalla follia nazista nella Germania del Terzo Reich e nell’Italia fascista, come in Francia e Polonia durante l’occupazione tedesca: “In un cielo di stelle gialle… bianche farfalle” narra le vicende di bambine e bambini strappati alle loro case e alle loro famiglie, costretti a confrontarsi con un incubo incomprensibile e crudele, con la mostruosità di un genocidio. Vittime innocenti e ignare – a volte fino alla fine – di una delle più terribili tragedie della storia.
Viaggio nella storia del Novecento con “Memorie/ per non dimenticare” – un’antologia di testimonianze e racconti affidati alle voci di Marta Proietti Orzella (che firma anche la drammaturgia) e Fausto Siddi, protagonisti giovedì 25 gennaio all’Istituto Calasanzio di Sanluri, venerdì 26 gennaio al Teatro Nelson Mandela di Santa Teresa Gallura e infine sabato 27 gennaio all’Auditorium Comunale di Arzachena, per ridare voce alle vittime della Shoah.
Nel terzo millennio, in un mondo globale in cui si perpetua l’antico rito della guerra, tra ingiustizie, discriminazioni e persecuzioni, le atrocità del passato rappresentano un monito per il presente – e il futuro, affinché le cittadine e i cittadini di domani acquistino coscienza di ciò che è accaduto e che potrebbe ancora accadere se si venisse meno ai principi di umanità.
“Memorie” ripercorre gli eventi terribili di un’epoca in cui milioni di donne e uomini, vecchi e bambini senza colpa vennero condannati a morte – o a un destino forse peggiore – rinchiusi nei lager e sottoposti ad ogni genere di torture e umiliazioni in nome di teorie aberranti come quella della presunta “superiorità della razza ariana”. Tra documenti, ricordi, aneddoti e la fredda conta dei numeri, lo spettacolo multimediale con musiche e video offre spunti di riflessione su temi cruciali e di scottante attualità – mettendo l’accento sul lato oscuro del cuore umano e sulla “banalità del male”.
Per informazioni e prenotazioni: [email protected] – cell. 3494441951 – www.cedacsardegna.it