A gennaio ritorna il Poetry Slam Sardegna con “Spoken wHoRd”, la prima e unica rassegna in Sardegna, e forse in Italia, dei migliori spettacoli dei migliori poeti e performer delle migliori scene italiane ed internazionali.
Si riparte giovedì 18 gennaio, a Sassari, con il terzo imperdibile appuntamento che vede in scena l’originale “poeta aumentato” Alessandro Burbank per la prima volta in Sardegna con il suo tour “Finchè non trovo un lavoro” con cui gira la penisola dall’anno scorso. Dalle 20.30 in poi, il palco del The House of Rock Music Club di Piazza Mazzotti, farà da teatro alle “poesie aumentate” e videogiocabili dal vivo di Burbank, con i suoi beat e i classici sul soldato “Palla di Lardo”, sui clitoridi volanti, su Uto Ughi, i divieti, le TV, e molto debordantissimo altro.
Oltre al protagonista della serata è previsto, per la prima volta a Sassari, anche l’AntiSlam: la gara per la poesia peggiore. I partecipanti cercheranno di fare “il più schifo possibile”, sia nel testo, sia nella performance, ma solo uno ce la farà. Ed allora: che vinca il peggiore. Come per il Poetry Slam, il giudizio è popolare, ma ci sarà anche una giuria tecnica che si esprimerà di volta in volta sulle condizioni psicologiche e su quanto infimo sia il livello raggiunto dal poeta in vari campi, di cui faranno parte: Stella Farfalla (qualità performance), Veronica Pi (disturbi psichici), Max Mazzoli (nefandezze artistiche) e Mary Jo Intermontes Cherchi di Underground Experiment (malgusto look e stile).
Al cornometrista il compito di interrompere il partecipante quando la poesia diventa eccessivamente insopportabile, anche nel gioco. Il vincitore sarà seduta stante nominato – a suon di pallette di carta tirate dal pubblico – “Peggiore poeta d’Italia”. La gara vedrà rinnovato l’antico duello tra i “campioni” Carlo “Gatto” Solinas ed Andrea Doro. Partecipare alla terribile gara antislammistica è semplice: contattare Sergio Garau tramite email ([email protected]), oppure ci si può iscrivere direttamente prima dell’inizio dell’evento.
L’ideazione e organizzazione della nuova e originale iniziativa, è a cura di Sergio Garau e Giovanni Salis. Oltre a Sassari, Burbank sarà di scena ad Alghero (il 20 gennaio al ResPublica, a Porto Torres (il 22 gennaio al circolo Via margutta di Gigi Pittalis), a Cagliari (il 23 al Jester Club), a Oristano (il 24 all’Arrubiu art gallery café), nuovamente a Sassari (il 25 gennaio al The Rocky HoR Poetry Slam soundtrack con ospite speciale Marco Parente) e infine a Orani (il 26 al Museo Nivola con ospite speciale Marco Parente) dove concluderà questo intenso tour sardo. Alessandro Burbank è uno degli artisti della scena intergalattica che all’interno della rassegna visiteranno in esclusiva il palco del the HoR ogni mese da qui alla primavera.
Le prossime date da segnare sul calendario con nuovi sorprendenti “alieni” della poesia e della performance sono il 15 febbraio con “CTRL ZETA” di e con Francesca Gironi e Sergio Garau, il 22 marzo, il 19 aprile e il 24 maggio).
Alessandro Burbank. Performer di Poesia Aumentata, da 10 anni tra le voci più dirompenti del Poetry Slam, vince nel 2009 un campionato italiano, terzo LIPS nel 2016. Tour massacranti come il Finché non Trovo un Lavoro Burbank Poetry Tour in Italia, UK, Turchia, Palestina. Premio Alfonso Gatto 2017, ma anche Premio Baffo di poesia erotica. Curatore dei festival Andata&Ritorno, Owl, Frullatorio e della LIPS in Veneto. Apre i concerti di Dutch Nazari davanti a folle oceaniche. “Sono un poeta o faccio il poeta, non lo so” è il dilemma con il quale l’autore veneziano apre questo monologo a metà tra viaggio poetico e racconto goliardico, entrambi affrontati con una leggerezza che richiama quella raccomandata dal Calvino delle “Lezioni americane.” È uno spettacolo al contempo classico e demenziale, dissacrante ma pieno di compassione. Si riflette, si vede, ma si ride anche molto. Alessandro Burbank sembra sedersi accanto ad ognuno, sembra invitare allo sfogo disinibito, ma in realtà non lascia spazi a sfilacciamenti da democrazia diretta. No, se qualcuno crede di rubargli la scena, lui, con fermezza anglosassone ricorda che “questo non è un dibattito”.