Detenuto di nazionalità algerina con problemi psichiatrici di anni 42, ristretto al Reparto Cagliari, si è tolto la vita tra la sera del 13 e la notte del 14 impiccandosi.
Di seguito l’intervento del Segretario Generale Aggiunto Giovanni Villa:Altra morte nel carcere di Uta, questa che segna in negativo l’andamento del sistema in generale. Uno dei maggiori problemi in carcere è proprio l’elevato numero di detenuti con disturbi di natura psicologica e psichiatrica e di tossicodipendenza, come quelli ristretti nel reparto Cagliari del penitenziario di Uta, con un livello di assistenza sanitaria assolutamente inadeguato, che vede questi soggetti essere tra i primi autori di aggressioni fisiche sia verso gli altri detenuti, ma soprattutto verso i poliziotti penitenziari.
A volte come in questo caso, riescono a portare a termine l’atto suicidario. Non sempre si riesce a trarli in salvo e questo è dovuto principalmente alla forte carenze di unità, pochi agenti non possono controllare più sezioni, e come si è sempre detto ben venga l’innovazione con strumenti di ultima generazione, ben venga la sorveglianza dinamica ed il controllo attenuato, certo è che questi non potranno mai sostituire la presenza costante del poliziotto dove sicuramente garantirebbe un costante monitoraggio e quindi interventi celeri a garanzia della vita umana.