Le prime offese, gravissime, vergognose, compaiono già nella tarda serata di domenica. Cacciatori, o loro sostenitori, si sentono in diritto di offendere la qualità dei gusti sessuali dei nostri volontari, definendoli “frocioni” o “froci di merda”, o delle nostre posizioni politiche, affermando “dovete andare a pulire i centri sociali”.
Poi c’è chi, nemmeno troppo per il sottile, si augura il peggio per Animalisti Italiani Onlus, scrivendo, senza possibilità di fraintendimento, “ve possino ammazza tutti”. Da contorno fanno i soliti commenti e appellativi offensivi, ma qui andiamo sul generico: si passa dal classico “pezzi di merda” a “bastardi”, passando per “parassiti” e “teste di cazzo”.
Qualcuno più “acculturato” ci definisce “frutti di aborti mal riusciti”. Addirittura c’è chi ci invita ad andare nelle regioni dove la chiusura della caccia è stata posticipata al 10 Febbraio per “aiutarlo” nella sua mattanza. Insomma, quanto di più becero e ignorante il genere umano possa produrre.
E tutto questo perché? Per aver messo in fuga tanti animali, salvandoli da chi, ancora oggi, è convinto che imbracciare un fucile e privare creature innocenti della propria vita costituisca uno “sport”. Ma, soprattutto, ci chiediamo: se siamo così “inutili” (ci hanno definito anche così), come mai tutta questa mobilitazione contro di noi? Come mai tutti si scandalizzano per “quattro ridicoli” che girano per i boschi? Ve lo spieghiamo noi perché: perché abbiamo colto nel segno, perché abbiamo dato fastidio a questi “signori”: “Non ci facciamo intimidire da nessuno – tuona il Presidente di Animalisti Italiani Onlus, Walter Caporale – questi assassini legalizzati si sentono in diritto di offenderci e minacciarci, ma a noi non importa.
Se non si trova modo migliore di rispondere a iniziative pacifiche come la nostra, se non chiamandoci froci di merda o augurandosi la nostra morte, significa che siamo di fronte ad una sottospecie retrograda, ignorante e omofoba che non ha altro se non gli insulti per intavolare una patetica discussione.
Questa reazione, volgare e immotivata, come del resto è la caccia, ci fa capire che non dobbiamo fermarci e che siamo sulla strada giusta. Se ci attaccano in questo modo becero significa che abbiamo colto nel segno, significa che iniziative come quella di domenica a Sutri servono ad allontanare gli animali innocenti e a disturbare questi individui senza etica né morale.
D’altronde – prosegue – quale etica e morale può mai avere un essere che si permette di giudicare qualcuno in base ai propri gusti sessuali”. Walter Caporale, inoltre, sottolinea il fatto che “al momento in Italia esistono solo tre regioni (Liguria, Lombardia e Veneto) che hanno introdotto una sanzione pecuniaria per chi disturba l’attività venatoria.
Tuttavia, il Parlamento Italiano non ha ancora approvato nessuna legge, visto che la proposta in questione è ancora ferma da tempo e nessuna forza politica è riuscita a farla entrare in vigore.
Se tutto quello che noi facciamo per tutelare la vita di creature innocenti – conclude il Presidente di Animalisti Italiani Onlus – comporta queste reazioni e queste offese, ci riteniamo ancor più orgogliosi del nostro lavoro e delle nostre battaglie. Chi è così vile da sparare contro animali disarmati non potrà mai fare paura a chi, come noi, è armato sì, ma di conoscenza e rispetto”.