Gli ambulanti lasciano i centri storici di Cagliari, spuntano sempre di più alberghi, bar e ristoranti. E’ ciò che emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulla demografia d’impresa nei centri storici italiani 2008 ad oggi.
Lo studio ha analizzato 13 categorie (non specializzati, alimentari, tabacchi, carburanti, computer e telefonia, mobili e ferramenta, libri e giocattoli, vestiario e calzature, farmacie, ambulanti, altro commercio, alloggio, bar e ristoranti) in 110 comuni di medie dimensioni e 10 comuni non capoluogo più popolosi con la distinzione “centri storici vs non centri storici”.In particolare dal 2008 al 2017 il capoluogo di Regione ha perso complessivamente 217 attività di commercio al dettaglio nei centri storici, 128 nei centri non storici. Diminuisce il commercio al dettaglio ambulante (-64 nei centri storici e -67 non nei centri storici). Crescono in tutta la città gli alberghi, i bar e i ristoranti (+107 nei centri storici e +193 non nei centri storici). Diminuiscono anche i mobilifici e i negozi di ferramenta (-41 nei centri storici e -37 non nei centri storici).
“L‘indagine mette a nudo il rischio di un imminente declino commerciale, anche legato alla mancanza di un adeguato mix merceologico nel nostro centro cittadino– ha commentato Giuseppe Scura, direttore Confcommercio Sud Sardegna– occorre ripensare in chiave moderna l’approccio al commercio urbano, unendo forze e volontà dell’amministrazione comunale con quella delle associazioni di categoria, ripensando radicalmente le nostre vie a vocazione commerciale, per rendere più appetibile il tessuto economico cittadino”.