Dall’ultima pubblicazione dell’artista pugliese sono passati tre anni e il nuovo disco si presenta nettamente differente. Il tono sarcastico, la satira e l’attenta analisi della società lasciano spazio a un’autoanalisi interiore dell’artista. Il cantante che ha sempre osservato il mondo esterno con occhio critico ora guarda sé stesso e dà alla luce un album introspettivo.
Nel giugno del 2015, Caparezza avverte un costante fastidioso fischio nell’orecchio e apprende di soffrire di acufene, una patologia della quale non esiste cura.
Prisoner 709 racconta in 16 tracce il percorso che l’artista ha intrapreso nella convivenza con questo fastidio dal quale dichiara di sentirsi prigioniero. Quello esposto nel nuovo disco è un periodo difficile che il cantante si è trovato a affrontare, un momento in cui ha posto in discussione il proprio ruolo, la capacità di produrre musica dai toni giovani a 43 anni, il timore di sentire solo il fischio nonostante gli applausi, e ancora più grande la paura di non poter più ascoltare musica come prima.
Il disagio determinato dal dolore è il filo conduttore dell’intero album, il quale non a caso inizia e si conclude con lo stesso brano: Prosopoagnosia, una patologia che non permette il riconoscimento dei volti, della quale soffre l’artista. All’interno del brano Caparezza descrive il disagio di non riconoscersi, di essere diventato il prigioniero di un mondo che prima per lui rappresentava l’evasione.
Prisoner709 è un album ricco di opposizioni, il forte contrasto tra le note angoscianti del pezzo “Prisoner 709” e il tono più allegro del brano “Ti fa stare bene”, è solo uno degli aspetti che manifestano la natura bipolare dell’artista.
L’album è composto da brani che presentano diverse chiavi di lettura, nei quali è largamente presente la numerologia legata al significato talvolta differente dei numeri 7 e 9.
Prisoner709 vede la partecipazione di diversi artisti. “Prosopoagnosia” e “Minimoog” sono prodotte in collaborazione con John De Leo, nel brano “Migliora la tua memoria con un click” ricociamo la voce di Max Gazzè mentre Forever Joung è realizzata con DMC.
Durante il live Caparezza ci accompagnerà attraverso coreografie e la propria voce all’interno della sua e della nostra cella mentale, per la quale esiste una chiave.
Veronica Paulis