Dai Giganti di Mont’e Prama alla Sartiglia di Oristano. Lunga vita al turismo culturale nell’Oristanese. Un martedì di Carnevale, colorito, ventoso e pieno di stelle, si porta via gli ultimi scampoli di una Sartiglia ricca di polemiche e contrasti, che il tempo si incaricherà di svelenire.
Dai Giganti di Mont’e Prama alla Sartiglia di Oristano, restano ancora sul tappeto i problemi di sempre, quelli di fondo sullo sviluppo del turismo culturale nell’Oristanese, che sarebbe ora di affrontare con una programmazione intelligente, condizione certamente basilare, che va gestita con unità d’intenti, finora mancata.Per la verità, un primo assaggio per incanalare la programmazione turistica verso un binario unico, c’è stata qualche sera fa all’HOSAN. Un primo incontro pieno di slanci e propositi unitari, tra i sindaci di Oristano e Cabras, proprio alla vigilia della giostra di Carnevale. I riflettori della stampa specializzata e non solo, si sono finalmente accesi attorno alla scoperta archeologica dei Giganti di Mont’e Prama.
Forse siamo all’inizio di “una grande avventura” che se ben gestita, sarà in grado di indirizzare, e per un tempo infinito, buona parte di quell’interessante segmento che si chiama turismo culturale.
Sotto l’imperversare di una crisi economica e sociale che colpisce ormai da anni con durezza insolita il nostro Paese, la Sardegna ancora una volta, come sempre, si rivela uno degli anelli più deboli, e come tale, non riesce a reagire con l’energia e la tempestività necessarie.
Il nostro territorio, in particolare, soffre da tempo di quelle condizioni di marginalità per una crisi economica e sociale profonda, che investe soprattutto i settori dell’agro-industria e del turismo. Sul porto industriale, anzitutto, occorrerà spingere per farlo diventare uno degli approdi estivi per il turismo crocieristico. Proprio in questi giorni, nel piano triennale, vengono discusse e delineate le strategie per il potenziamento del traffico passeggeri, da e per la Sardegna, la presenza di navi crociera e il rilancio del traffico commerciale.
Le previsioni per la prossima stagione estiva prevedono almeno cinque arrivi nel porto di Oristano e in tale ottica, occorrerà organizzare al meglio l’accoglienza dei turisti nella terra dei Giganti e della Sartiglia, in un porto che si candida, anche come centro nodale per la distribuzione del gas metano in Sardegna.
All’interno di queste problematiche, occorrerà rilanciare il turismo culturale, segmento importante che, in presenza di questa eccezionale scoperta archeologica di valenza mondiale, è destinato a far numeri e crescere nel circuito turistico internazionale.
Su questa strada, in piena sinergia tra Oristano e Cabras e gli altri Comuni della Provincia, è necessario muoversi da subito con tempestività e intelligenza, interrogandosi finalmente sul ruolo che i politici di casa nostra, devono saper svolgere nella programmazione turistica territoriale, proprio per il vasto patrimonio storico – archeologico, anche in previsione dell’inaugurazione del museo di Cabras, che costituirà uno degli elementi sui quali la Regione Sarda, ha impostato una attività di pieno recupero e valorizzazione territoriale, con l’obiettivo di costruire occasioni di sviluppo economico – sociale incentrato sulla valorizzazione delle risorse e delle tradizioni popolari.
Il binomio “Sartiglia-Giganti”, dunque, va costruito e valorizzato in tutte le sue espressioni. Così come è stato fatto a suo tempo con la costruzione della cittadella nuragica di Barumini, tanto cara allo studioso Giovanni Lilliu. Pertanto, è giunto il momento di dare corpo alle nostre antiche aspirazioni, bandendo rivalità e polemiche inutili e fuorvianti, per fare finalmente dell’Oristanese e del Sinis di Cabras, un polo turistico di interesse mondiale.
Chiudo con un pensiero per il caro amico Sandro Ladu, uomo buono e salesiano generoso, vero “missionario laico”, che ci ha lasciato improvvisamente qualche giorno fa. Ringraziandolo per il fattivo impegno amministrativo a favore di Oristano, sua seconda patria.