Giusto per dovere di cronaca tutti questi punti erano stati sollevati in occasione delle indagini e dei processi da parte dei team peritale e legale che rappresentavano Angelo e Luchino Chessa e l’Associazione 10 Aprile, mai stati presi in considerazione dai numerosi magistrati che si solo succeduti negli anni.
Inoltre la Commissione ha analizzato altri aspetti che ipotizzano scheletri nell’armadio delle due società armatrici del Moby Prince e dell’Agip Abruzzo, a partire dalla rotta della petroliera prima del suo arrivo a Livorno che non coincide con quella riportata ufficialmente negli atti dei processi, ai dubbi sul materiale trasportato dall’Agip Abruzzo, per arrivare agli strani accordi tra le compagnie assicurative durante il primo processo ed ai bilanci delle due società armatrici prima e dopo la tragedia.
Il Senatore Silvio Lai ricorda che la Commissione non può riaprire i processi o emettere sentenze. Ne siamo consapevoli, ma a nome dell’Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince Onlus esprimo grande soddisfazione per quello che ha fatto il Presidente e tutta la Commissione, un concreto e sostanziale passo verso la verità.
Adesso attendiamo fiduciosi che le procure interessate inizino a lavorare riprendendo gli atti della Commissione Parlamentare e possano in breve tempo fare giustizia. Noi ci saremo sempre e seguiremo passo per passo il lavoro delle procure; nel frattempo saremo sempre in prima linea per non far cadere nell’oblio una strage dimenticata per tanti anni.
Luchino Chessa, Presidente Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince Onlus www.mobyprince.it