Elezioni 2018 M5S, la lista inviata al Quirinale via mail. Malumori tra i grillini
Sono Pasquale Tridico, economista, docente dell’Università Roma Tre, Alessandra Pesce, dirigente del Ministero dell’Agricoltura, Giuseppe Conte, professore di Diritto privato all’Università di Firenze, i tre nomi nuovi della lista dell’ipotetico governo Di Maio che faranno il loro esordio come possibili componenti dell’esecutivo nel corso della puntata del talk show diMartedì su La7, registrata questo pomeriggio. Vanno ad aggiungersi ai nomi già noti del generale Sergio Costa dei Carabinieri forestali, candidato all’Ambiente, e all’economista Luigi Fioramonti, economista, che è la proposta del M5S come ministro dello Sviluppo economico. Quanto ai nuovi, Tridico ricoprirebbe il ruolo di ministro del Lavoro e della previdenza sociale, Pesce andrebbe all’Agricoltura, Conte è candidato ministro della Pubblica amministrazione, Deburocratizzazione e Meritocrazia, secondo la definizione che nelle intenzioni del M5S dovrebbe assumere il ministro per la Semplificazione e Pubblica amministrazione.
Elezioni: Di Maio, lista ministri M5s al Colle no scortesia
“A me non risulta che il presidente della Repubblica abbia vissuto questa cosa come una scortesia”. Cosi’ Luigi Di Maio nel corso della trasmissione ‘Di Martedi” su La 7 a proposito dell’invio al Colle della lista dei ministri in un eventuale governo a guida 5 stelle. “Io ho chiesto un appuntamento al segretario generale del Quirinale per presentare la nostra proposta – ha spiegato il candidato premier M5s – ma so bene quali sono le prerogative del presidente della Repubblica, e le rispetto”.
Elezioni 2018 M5S, Di Maio riunisce la squadra dei suoi ministri
Elezioni 2018. Stamattina, secondo quanto apprende l’ANSA, il candidato premier M5S Luigi Di Maio ha riunito per la prima volta la squadra dei ministri da proporre al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al centro di questa sorta di “consiglio dei ministri” pentastellato i programmi e gli obiettivi del potenziale governo del Movimento. L’incontro, tra l’altro, e’ servito anche ai candidati ministri per conoscersi. “Con questa squadra possiamo cambiare davvero il Paese”, ha spiegato uno dei partecipanti all’incontro secondo quanto riferito da fonti pentastellate. Di Maio e’ atterrato in mattinata da Palermo, dopo il comizio di ieri sera, e fino al primo pomeriggio e’ rimasto alla Camera dei deputati.
A due giorni dalla presentazione ufficiale della squadra di governo M5s, Luigi Di Maio invia una mail al Colle con la lista dei ministri di un eventuale governo a guida 5 stelle. Procedura irrituale, in realta’, che secondo il candidato premier e’ un gesto di ‘cortesia istituzionale’. Ma ovviamente il Quirinale non da’ e non dara’ alcun tipo di riscontro e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aprira’ il capitolo ministri solo dopo le elezioni, quando durante le consultazioni si presenteranno le forze politiche al Colle. Intanto, tra l’annuncio di un possibile ministro M5s – Lorenzo Fioramonti al Mise – e una smentita – Guido Bagatta non sara’ allo Sport – secondo quanto si apprende, dentro il Movimento non mancano i malumori per la “scarsa condivisione”. Secondo quanto viene riferito, nessuno tra i parlamentari attuali conosce i nomi della squadra di governo e si basano solo sui rumors che parlano di molti esterni ad eccezione dei due deputati uscenti, i fidatissimi Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro.
Che ci sia stata poca condivisione nell’individuazione dei nomi degli esterni, spiega un parlamentare 5 stelle, “e’ un dato di fatto” e anche se, viene sottolineato, “nella chat dei parlamentari nessuno si e’ lamentato, quando c’e’ poca condivisione ai 5 stelle piace poco”. Insomma, e’ un metodo di un Movimento che ha cambiato pelle e che, partito con le assemblee di inizio legislatura per decidere ogni cosa, non viene considerato “il massimo”. Certo, c’e’ anche chi ammette che forse sia stata una necessita’ quella di tenere top secret i nomi dei futuri possibili ministri “senno’ ci massacravano come hanno fatto gia’ dopo la presentazione dei candidati agli uninominali” dice qualcuno. Il rischio pero’, ammette qualche altro pentastellato, e’ che il malcontento possa scoppiare in un secondo momento se le scelte, prese in solitaria da Di Maio, dovessero risultare non valide. Rischio che anche i possibili ministri possano risultare ‘impresentabili’, massoni o simili come successo per i 14 candidati che sono gia’ stati espulsi? Espulsi che con ogni probabilita’ non rinunceranno al loro seggio se eletti in Parlamento. Ma chi e’ vicino al candidato premier esclude questa ipotesi, spiegando che “sono state fatte tutte le verifiche” e che si tratta di “persone di alto profilo”. Sulla possibilita’ che Roberto Fico possa essere il deputato ideale per la presidenza della Camera, tra i 5 stelle c’e’ chi dice che “non sarebbe un problema” e sarebbe anzi un bel segno di ricomposizione del gruppo dopo le antiche tensioni tra l’ala piu’ ortodossa e quella piu’ pragmatica incarnata ormai pienamente dal Movimento ‘Di Maio style’.
Oggi intanto e’ saltato anche il nome di Guido Bagatta come possibile ministro dello Sport. Il giornalista e conduttore tv, contattato telefonicamente, si e’ limitato a dire che “per adesso la soluzione e’ questa” e rimanda a un comunicato dove spiega: “Non nascondo che ci sia stato un piacevole confronto con Luigi Di Maio, che ringrazio per la stima e la fiducia dimostrata nei miei confronti. Insieme abbiamo pero’ deciso che per una serie di problematiche legate alla mia attivita’ di giornalista ed imprenditore non ci sono, al momento, le condizioni, specialmente temporali, per ipotizzare un impegno istituzionale cosi’ importante”. Di Maio, che oggi ha concluso il suo tour per l’Italia, ha annunciato il nome di Lorenzo Fioramonti nel ruolo di ministro dello Sviluppo economico: classe 1977, professore di Economia politica all’Universita’ sudafricana di Pretoria, e’ candidato nel collegio uninominale a Roma. “Accetto con orgoglio la candidatura a ministro dello Sviluppo Economico” ha scritto l’economista su Facebook. Il primo nome fatto da Di Maio era stato quello del generale dei Carabinieri Sergio Costa, individuato per il dicastero dell’Ambiente.
La presentazione ufficiale sara’ giovedi’ alle 15 al salone delle Fontane all’Eur di Roma: evento simile a quello che si e’ tenuto al tempio di Adriano per presentare i candidati nei collegi uninominali. Sara’ presente tutta la squadra, ministri con e senza portafoglio (forse qualcuno sara’ assente per impegni) e Di Maio li presentera’ uno ad uno con tanto di curriculum e motivazione del suo impegno. Venerdi’ poi ci sara’ il gran finale della campagna elettorale: Beppe Grillo arrivera’ a Roma venerdi’ stesso e il pomeriggio sara’ sul palco a piazza del Popolo al fianco di Di Maio, Alessandro Di Battista, la sindaca di Roma Virginia Raggi, la candidata alla Regione Lazio Roberta Lombardi e tanti esponenti 5 stelle candidati. Poi, appuntamento per la notte elettorale all’hotel Parco dei principi nella Capitale anche se, secondo quanto si apprende, Grillo avra’ gia’ lasciato la citta’ per tornare a Genova e votare. Al comitato elettorale della notte tra il 4 e il 5 marzo, ci sara’ una sala stampa per ricevere presumibilmente centinaia di giornalisti, anche stranieri; per la corsa al Campidoglio di Virginia Raggi nel giugno del 2016 erano stati circa 200 tra cronisti fotografi e operatori accreditati. L’attesa sara’ ingannata seguendo lo spoglio e, cosi’ viene riferito, i commenti arriveranno solo ai primi dati reali.
Gentiloni: “Surreale il ‘governo ombra’ del M5S prima delle elezioni”
“Siamo ancora in questa specie di festival surreale di proposte miracolose: siamo arrivati al primato assoluto che per la prima volta c’è un ‘governo ombra’ che si presenta prima delle elezioni”. È l’affondo di Paolo Gentiloni contro il M5s, in particolare contro l’iniziativa di Luigi Di Maio di inviare via mail al Colle l’elenco dei ministri della sua squadra di governo. Il premier nel suo intervento al cinema Adriano di Roma (ha preso la parola dopo Nicola Zingaretti, presenti il segretario dem Renzi, i ministri Martina, Madia, Padoan), ha riassunto con una metafora la sua posizione in vista delle elezioni del 4 marzo. Dobbiamo stare a testa alta per i risultati ottenuti, ma a testa bassa nel lavoro e nel coinvolgimento dell’impegno su cicatrici che ancora ci sono su problemi che ancora restano da affrontare e risolvere”.
“Abbiamo tirato fuori il Paese dalla crisi più grave degli ultimi decenni, i risultati non sono ancora arrivati alla sufficienza, sottovalutare questo sarebbe per noi sbagliare l’impostazione del nostro lavoro”. A testa alta sulal scireuzza chi ha investito di più negli ultimi 15 anni sulle forze dell’ordine, sono stati i governi del centrosinistra che hanno investito sulla sicurezza, che vuol dire anche risanamento delle periferie, del sistema sanitario universale che funziona”.
Gentiloni cita poi “l’ncontro con Franca Di Blasio, brava professoressa di Santa Maria Vico che in classe aveva avuto uno dei suoi ragazzi che le aveva sfregiato una guancia con una lama. E lei si preoccupava di quando poteva tornare a fare lezione e in che modo quell’episodio potesse incrinare il suo rapporto con i ragazzi. La sicurezza si costruisce con gli esempi come quello della professoressa della provincia di Caserta”.
Fonte: www.affaritaliani.it