Nell’attesa che il Ministero per le Politiche Agricole verifichi la legalità dell’imposta di pagamento della royalty di tremila euro (più IVA) richiesta dall’attuale Consorzio di Tutela a tutti i produttori non soci, il gruppo di allevatori, costituitosi in un comitato spontaneo, continua a portare avanti il lavoro di sensibilizzazione volto a tenere alta l’attenzione sulla questione.
L’obiettivo primario della lunga battaglia resta quello di stimolare un intervento, da parte dello stesso Ministero, sul piano di controllo della DOP affinché si adotti un sistema di verifica che permetta di accertare che il processo di lavorazione utilizzi solo latte intero e a crudo, non pastorizzato, condizione distintiva della DOP. Attualmente infatti, non è operativa alcuna metodologia capace di individuare – a prodotto finito – se il latte utilizzato sia stato termizzato o meno, nonostante alcuni studi abbiano fornito ottime basi per l’avvio di un percorso utile alla riduzione del danno indotto dalla contraffazione, permettendo quindi, una differenziazione oggettiva del Fiore Sardo DOP, rispetto alle sue imitazioni ottenute da latte trattato termicamente.
La stessa questione è stata al centro di una comunicazione inviata alle principali aziende della Grande Distribuzione Organizzata. Tenuto conto della fiducia che tanti consumatori ripongono nelle stesse, infatti, è emersa la necessità di chiarire alcune questioni sul prodotto “Fiore Sardo DOP” sottolineando le caratteristiche che possono certamente essere considerate utili affinché il consumatore – oggi più consapevole – abbia l’assoluta certezza che ciò che sta acquistando sia effettivamente l’eccellenza a latte crudo regionale. Con tale missiva, il gruppo di allevatori ha richiesto, dunque, di adottare una maggiore meticolosità in fase di acquisto dei prodotti, individuando gli operatori che lavorano artigianalmente o, in alternativa, le industrie casearie che, consapevoli delle differenze qualitative, hanno adottato la politica che vede l’acquisto del formaggio direttamente dal piccolo produttore.
Parallelamente, anche il mondo politico ha iniziato a porre la giusta attenzione su ciò che sta accadendo attorno al Fiore Sardo. Nel corso di questo mese, il consigliere regionale e capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, come primo firmatario, ha presentato un’interrogazione destinata al Presidente della Giunta Regionale Francesco Pigliaru e all’Assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria, con la quale è stata richiesta la definizione delle azioni utili alla tutela della produzione artigianale del Fiore Sardo, sottolineando tutte le perplessità relative al mancato controllo del parametro principale della produzione, il latte crudo, appunto.
A questo punto tutti i pastori coinvolti si augurano che questo sia solo l’inizio di un serio dibattito politico attorno a uno dei principali prodotti che rappresentano l’eccellenza gastronomica regionale, capace di dar voce ai problemi ma soprattutto di fornire le soluzione adeguate affinché venga riconosciuto e valorizzato il vero Fiore Sardo.