di G.L. Angelo Bonelli, 55 anni, è Presidente e coordinatore della Federazione nazionale dei Verdi. Con il Psi e Area Civica i Verdi partecipano alle prossime elezioni del 4 marzo con la lista “Insieme” raccogliendo l’eredità dell’Ulivo (che appare anche nel simbolo).
In questa concitata campagna elettorale hanno faticato e faticano a trovare spazio sui media, come nei giorni scorsi Angelo Bonelli ha denunciato anche sul nostro giornale. Lo abbiamo intervistato sulla sua denuncia e sui temi della campagna elettorale.
Nei giorni scorsi lei ha lanciato un appello perché le maggiori reti televisive vi ospitino. Per dire cosa?
Bonelli – Sostanzialmente due cose. Primo che si apra il confronto su temi dell’ecologia e dell’ambiente. Ad esempio sul tema del trasporto pubblico, della conversione industriale verso l’auto elettrica come stanno facendo molti paesi del mondo. Secondo perchè in Italia c’è un’emergenza ambientale e sanitaria sottaciuta dalla politica che riguarda il fatto che ogni anno 90mila persone muoiono a causa dell’inquinamento. Sono dati dell’Agenzia Europea per l’ambiente. Su questi temi chi si candida a guidare il Paese dovrebbe intervenire. Invece c’è silenzio assoluto. Ne potrei aggiungere molti altri a partire dalla dispersione dell’acqua fino alla politica energetica
Perché sono temi assenti dai talk show politici?
Bonelli – Sono temi che non fanno notizia, o meglio non fanno audience. Così dicono loro. Fa più notizia chi urla di più. Da Salvini, a Meloni e molti altri. Il mondo dell’informazione del nostro Paese sembra inchinarsi a questa impostazione . Un danno per l’Italia
Cosa chiede a Rai, Mediaset e La7?
Bonelli – Chiedo che su questi temi si possano fare confronti in tv in modo che i cittadini conoscano le proposte e possano conoscere le proposte politiche su questi temi da parte di chi si candida a governare il Paese.
Ma davvero nessuna presenza?
Bonelli – Lo dicono i dati dell’Osservatorio di Pavia. La nostra lista ha zero presenze a differenza di altri. Per fare un esempio Meloni e Bonino hanno molti passaggi, per non parlare dei grandi partiti. C’è un’enorme responsabilità dei media. Carta bianca, otto e mezzo, Che tempo che fa. Tutte le trasmissioni che fanno milioni di ascolti non ci vedono fra i partecipanti.
Se i temi legati all’ambiente non fanno notizia forse è capibile, non crede?
Bonelli – Ma qui il problema non è fare notizia! Occorre garantire una corretta accesso all’informazione fornendo ai cittadini elementi per decidere.
Lei come si spiega che in Germania i temi dell’ambiente sono presenti in modo determinante, nella società e in Parlamento, e in Italia no?
Bonelli – C’è un problema molto serio nel rapporto tra informazione e democrazia. Ma non è solo questo. In Germania l’economia si sta orientando verso i settori dell’ambiente. L’Italia è in grandissimo ritardo sui temi della green economy, dell’economia circolare, della riconversione industriale delle filiere dell’auto verso l’elettrico e l’ibrido. Da noi c’è una politica di conservazione dell’esistente che impedisce o rallenta l’introduzione elementi di innovazione nell’economia e nella tecnologia. Non è un caso che dove le dinamiche sono più veloci e dove ci sono meno resistenze anche la politica viaggi con lo stesso passo.
Ci spieghi la scelta di essere in coalizione con il Pd. Scelta obbligata?
Bonelli – Abbiamo ricevuto tante critiche e calunnie da parte di detrattori di professione. Ma siamo tranquilli. La decisione noi l’abbiamo presa facendo un referendum con la nostra gente.
Le ragioni che hanno vinto?
Bonelli – Per fare alleanza con il centrosinistra ci sono due motivi principali. Il primo è che la presenza dei verdi può essere utilissima per correggere le politiche del centrosinistra e orientarle in chiave ecologista. Noi portiamo competenze, idee, esperienze su come in Europa ci si sta muovendo su questi temi. Secondo riteniamo che in questa fase ci sia la necessità di costruire un argine democratico al rischio dell’avanzata di una destra xenofoba. Avere un ministro degli interni come Salvini (indicato come tale da Berlusconi in caso di vittoria) non penso possa lasciare indifferente chi ha a cuore i principi e la qualità della nostra democrazia.
Le resistenze verso i temi dell’ambiente non crede derivino anche dalla paura di avere un ‘altro problema’ che non si riesce ad affrontare? E’ vero che la racccolta differenziata sta dando buoni frutti ma la resistenza di fondo rimane. Si tende a pensare che i temi dell’ambiente siano secondari.
Bonelli – Sono d’accordo e proprio per questo insisto sull’importanza dei media. L’informazione e la politica devono giocare un ruolo importante. Orientare le scelte, farle comprendere, far capire che il cammino verso una conversione ecologica migliora la qualità della vita di tutti noi è importantissimo.
La paura di fronte all’innovazione può produrre resistenze ma bisogna anche guardare a cosa si racconta ai cittadini. Se non si fa informazione corretta si crea un danno che va ben al di là degli effetti di una campagna elettorale.
Parlare di ambiente e di ecologia è un tema legato solo al centrosinistra?
Bonelli – Io spero sempre che diventi un argomento di cui tutti si sia consapevoli. Ma ahimè non è così. Nel centrodestra Berlusconi non ha dato prova di sensibilità. Anche nel centrosinistra non c’è sufficiente consapevolezza. Per quanto riguarda poi i Cinquestelle basta guardare in Sicilia. Hanno parlato di ‘abusivismo di necessità come ha fatto Di Maio o come ha fatto il sindaco di Bagheria che ha anche fermato le demolizioni.
Quindi?
Bonelli – Siamo nella situazione in cui una minoranza ha il dovere di indicare un obiettivo così importante. Lo dico senza presunzione. Mi dispiace che sia così ma è la realtà. Rafforzare il punto di vista legato all’ambiente e all’ecologia è fondamentale anche all’interno dello stesso centrosinistra. E’ questa la nostra missione
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