Così esordisce Marco Di Gangi, presidente di Azione Alghero e vice coordinatore regionale di Energie per l’Italia sulle recenti prese di posizione di esponenti del PD sulla situazione dell’aeroporto di Alghero.
“Alcuni leader dei democratici in questa fase preelettorale si
affannano, infatti, spendendo fiumi di parole a cercare di spiegare ad un’opinione pubblica sempre meno disposta a prestargli attenzione e a credergli, che la perdita di centinaia di migliaia di passeggeri, la pochezza di collegamenti, la precaria situazione lavorativa di decine di lavoratori dello scalo algherese e , per ultimo, la impossibilità odierna di poter accedere ai voli in regime di continuità tra Alghero e Roma a partire dal prossimo 9 giugno non sia una loro responsabilità.”
Insiste Di Gangi:“Al governo da svariati anni dell’Italia, della Sardegna e dei principali comuni dell’isola, inclusi Alghero e Sassari, provano sempre ad attribuire a “chi c’era prima” la responsabilità di tutto quello che non funziona, dimenticandosi che le principali e più devastanti scelte politiche che oggi pesano come macigni sulla vita di interi territori le hanno compiute essi stessi con le proprie maggioranze.
E, se per onestà alcune scelte passate sono certamente suscettibili di critiche, queste non rendono meno gravose le conseguenze delle scelte recenti.
Con una retorica spocchiosa, snob e per questo ancora meno apprezzata, onorevoli oratori, convinti di essere ancora credibili, con doti da supereroi, di questo dobbiamo dargli atto, si arrampicano sugli specchi per cercare di nascondere nella nebbia di argomentazioni inconsistenti e scarsamente attinenti quella che è la realtà costituita dall’odierno declino non solo di un aeroporto, quello di Alghero, ma di un intero territorio, quello del sassarese, che mai come in quest’epoca è stato così evidente.
La Democrazia è una grande conquista del nostro paese e si basa sul principio dell’alternanza. Mi auguro che il Corpo elettorale a
iniziare dal prossimo 4 marzo svolga compiutamente il ruolo che gli compete bocciando chi ha male governato“, conclude Di Gangi.