Con la Delibera di sblocco del turnover del personale approvata ieri sera dalla Giunta Regionale, l’Azienda per la Tutela della Salute (ATS) avrà una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse umane. Questo – commenta il Direttore Generale dell’ATS, Fulvio Moirano – si traduce in una migliore possibilità di erogare sempre più servizi e di qualità a tutti i cittadini della Sardegna. Naturalmente si tratta, come è ovvio, di un processo che richiede tempi e modalità graduali, ma senza dubbio la deliberazione in questione segna un importante passo avanti in questa direzione.
Tornando alle dinamiche sul personale, la novità dell’atto regionale permette di decidere quali figure professionali assumere mantenendo, è bene ricordare, i vincoli previsti dall’attuale normativa in tema di bilancio nonché dall’eventuale aggiornamento del piano di riorganizzazione e di riqualificazione del servizio sanitario regionale.
Significa che tanti precari medici, infermieri, professionisti sanitari e tecnici che in questi anni hanno fornito il loro importante contributo per l’erogazione quotidiana dei servizi nei confronti dei cittadini sardi, potranno essere assunti in pianta stabile nell’ATS. Infatti, solo nel 2018, il personale interessato al processo di messa in ruolo potrebbe arrivare a circa 800 unità (50% tramite mobilità, scorrimento delle graduatorie degli idonei ATS Sardegna e concorso; 50% attraverso le procedure di stabilizzazione del personale precario previste dal decreto legislativo n. 75/2017 – Decreto Madia).
Un’azione che non solo mette fine ad una precarizzazione che dura da troppi anni ma che permette di fare ordine nella pianta organica del personale ATS (vedi Deliberazione 1.347 del 30 dicembre 2017), consentendo anche l’attivazione di procedure di mobilità extra regionale propedeutiche alla realizzazione di nuovi concorsi.
Infine, occorre sottolineare, che la definitiva messa in ruolo di medici, infermieri e Operatori Socio-Sanitari permette di individuare in modo corretto le risorse umane anche in quelle aree della regione dove la disponibilità di contratti flessibili spesso non risultano appetibili dai professionisti che così non ricoprono l’attività per la corretta erogazione dei servizi.