Unla Oristano, Fotogrammi femminili dal mondo. Prenderà avvio giovedì 1 marzo la seconda edizione della rassegna cinematografica Fotogrammi femminili dal mondo organizzata dal Centro Servizi Culturali UNLA di Oristano.
La rassegna si svolgerà per quattro serate nel mese di marzo e saranno proiettati cinque film. Tutte le pellicole proposte sono dirette da registe: l’italiana Laura Bispuri, la statunitense Julie Taymor, l’indiana Deepa Mehta, la franco-senegalese Dyana Gaye e la francese Myriam Gharbi. La rassegna permetterà uno sguardo femminile in diverse aree del mondo capace di mescolare temi sociali, attualità e intensi ritratti.
Tutte le proiezioni si terranno a partire dalle ore 19,00 nella sala del Centro Servizi Culturali UNLA in via Carpaccio,9 Oristano.
L’ingresso libero
Programma
Giovedì 1 marzo ore 19,00 Vergine giurata di Laura Bispuri, 84′ (Italia 2015)
Lunedì 12 marzo ore 19,00 Frida di Julie Taymor, 123′ (USA 2002)
Mercoledì 21 marzo ore 19,00 Water di Deepa Mehta, 112′ (India-Canada 2006)
Lunedì 26 marzo ore 19,00 Saint Louis Blues: un transport en commun di Dyana Gaye, 48′ (Senegal-Francia 2009)
4 avril 1968 di Myriam Gharbi, 24′ (Francia-Guadalupa 2014)
INGRESSO LIBERO
I FILM:
Vergine giurata di Laura Bispuri, 84′ (Italia 2015)
Hana, orfana albanese, viene accolta in casa da Gjergi, un montanaro con moglie e una figlia più o meno dell’età della ragazza, Lila. Ma la cultura arcaica che abita quelle regioni, seguendo il severo codice del Kanun, mortifica e reprime il femminile, e Hana si ritrova a compiere una scelta drastica: diventare una vergine giurata, ovvero giurare verginità eterna e assumere un’identità maschile. Da quel momento sarà Mark e condurrà la sua vita come un uomo, ovvero con maggiore autodeterminazione, ma al prezzo di un rifiuto radicale della propria femminilità. Molti anni dopo Mark si reca in Italia, dove ritrova Lila. Nessuno sa il perché della sua venuta, ma a poco a poco, in contatto con una cultura più aperta, Mark ritroverà in sé le tracce di Hana.
Frida di Julie Taymor, 123′ (USA 2002)
Ci sono urgenze nella vita di un una donna che il destino spesso può favorire o addirittura accelerare. Un incidente diventa l’accidente della e per la vita di Frida Kahlo, giovane donna messicana, per formalizzare intuizioni. Intuizioni che Frida strappa al mondo visibile – i volti dei genitori e della sorella, il sentimento complesso per Diego Rivera – compagno nell’arte e nella vita -, ai segni della natura e della cultura messicana, consegnandoli a quello bidimensionale della tela. Artista a partire da un incidente sull’autobus, Frida diventa portatrice di un dolore fisico che sembra urlarne uno più profondo che sta dentro la tradizione, anzi la Tradizione, quella femminile della resistenza e della rivoluzione quotidiana che affianca quella-più eroica?-degli uomini. Frida le abbraccia entrambe giacendo nei letti caldi di chi se ne fa portatore, delle donne come degli uomini.
Water di Deepa Mehta, 112′ (India-Canada 2006)
1938, l’India è ancora parte dell’Impero Britannico.
La piccola Chuyia, sposa bambina di soli 8 anni, rimane vedova. Il padre la porta a vivere in una casa abitata da altre vedove costrette a prostituirsi e a chiedere l’elemosina pur di sopravvivere.
L’arrivo della bambina cambierà le vite delle altre donne, in particolare di Kalyani che presto s’innamorerà del giovane Narayan, idealista e sostenitore di Gandhi…
Saint Louis Blues: un transport en commun di Dyana Gaye, 48′ (Senegal-Francia 2009)
Viaggio in taxi-brousse da Dakar a Saint-Louis durante il quale i passeggeri, cantando, raccontano se stessi. A bordo troviamo: Souki diretta al funerale del padre che non ha mai conosciuto; Malick che desidera salutare la fidanzata in partenza per l’Italia; Madame Barry, proprietaria di un elegante negozio da parrucchiere, desiderosa di rivedere i figli dopo molti anni; Joséphine e Binette, due francesi le cui vacanze in Senegal volgono al termine. Il tragitto è lungo, la calura intensa e le strade trafficate.