Il video è frutto del laboratorio di cinematografia diretto da Marco Antonio Pani, che ha coinvolto quattro giovani donne di Asuni. Tra i membri del casting anche la 95enne tzia Giuanna e il piccolo Riccardo di soli 9 anni.
Un casting d’eccezione che va dal piccolo Riccardo di nove anni fino a tzia Giuanna, che può vantare ben 95 primavere: venti asunesi sono i protagonisti dello spot del “terre di confine filmfestival 2018”, un corto di quasi tre minuti intitolato “Su Riu”, che è stato presentato venerdì 2 marzo alla Cineteca sarda di Cagliari dal direttore artistico Marco Antonio Pani durante conferenza stampa della kermesse.Il video, girato in italiano e in campidanese, mostra in chiave ironica come sia difficile identificarsi nella parola “indigeno”, espressione chiave per comprendere come in fondo gli altri siamo noi, spesso senza rendercene conto.
Il breve filmato è frutto del lavoro svolto in paese durante il laboratorio di cinematografia, coordinato dal maestro Pani per quanto riguarda il linguaggio audio-visivo e la grammatica delle immagini, e dal collega Paolo Carboni per quanto riguarda la fotografia e l’illuminazione. Le giovani allieve sono Laura Sanna, Luana Cau, Giovanna Sarai e Monica Mocci.
«In un tempo-lampo, come piccole antropologhe visuali, le ragazze sono state in grado di capire come strutturare un casting che potesse diventare esso stesso lo spot del festival – ha spiegato Pani con grande soddisfazione –. È venuto fuori un video che calza appieno con il significato della rassegna, l’idea del capire che l’altro siamo noi, l’equivoco sul quale si basano tante incomprensioni tra i popoli».
Questo spot è solo la punta dell’iceberg del lavoro fatto. Oltre ad esso è stato realizzato un corto di dieci minuti, un documentario di antropologia visuale, corredato di interviste che aiutano a comprendere il rapporto tra i paesani e il loro fiume Araxisi.
Ne è emerso un racconto straordinario. Sino a trent’anni fa il torrente era il centro della vita di Asuni. Un luogo ricco di lavoro e di armonia sociale, vi si pescavano anguille, gamberi e trote, vi operavano i mulini, si prelevava l’acqua potabile e si lavavano i panni. Oggi resta un certo rimpianto di quelle attività, in un ambiente bucolico meraviglioso immerso nel silenzio interrotto solo dai gorgheggi dell’acqua che scorre come il tempo.
Il link youtube con lo spot del “terre di confine filmfestival” 2018: