Poeta della campagna, del mare, dell’osservazione della natura, della landa deserta del Sinis, vissuto dal 1889 al 1964, Baldino è stato un oculista di eccezionale bravura. Originario di Bosa, viveva e operava in via Umberto (conosciuta come via Dritta) a Oristano. Le sue opere di chirurgia oculistica sono state citate in numerosi testi universitari mentre quelle letterarie non sono mai state particolarmente celebrate: Sa Giorronnada ‘e Conch’i Attu in cabrarese e Lyrica Sarda Noa in bosano.
Egli amava la gente umile e i bambini. Dopo aver beneficiato delle sue cure, succedeva spesso che questi pazienti lasciassero il suo ambulatorio senza aver pagato nemmeno una lira, magari dopo aver ricambiato con una bella chiacchierata.
Anche dopo la sua morte, la generosità del poeta-oculista resta viva, grazie alla donazione della sua Villa Alcyione alla comunità oristanese. Ma come si legge nell’introduzione di Giancarlo Fantoni alla “Opera Poetica” (Ed. Sa Porta di Oristano, 1982) di Salvatore Baldino: “Gli oristanesi purtroppo, hanno la memoria labile e dimenticano facilmente e presto anche i concittadini che col loro ingegno hanno lasciato loro importanti messaggi culturali”.
In realtà, se è mancato l’interesse alla valorizzazione di questo autore da parte delle istituzioni e degli intellettuali, i suoi versi erano conosciuti e declamati a memoria dalla gente comune, perché rappresentavano in buona parte lo spirito e l’umorismo della popolazione della sua epoca. Probabilmente, il registro basso, il linguaggio schietto di alcuni suoi versi, non aiutarono Baldino nel tentativo di aprire nuove strade nella letteratura sarda.
“Conchiattu – Concerto teatrale per anime agresti” del duo Ludu ripropone in chiave teatrale e musicale i passi del poema Sa Giorronad’e Conch’i Attu di Salvatore Baldino. Storia di un miserrimo compagno di esistenza, abbandonato da Dio nella landa deserta del Sinis, Conchiattu è un uomo dai tratti primitivi la cui storia è narrata liricamente con purezza, ingenuità e freschezza.
La lingua sarda (campidanese), schietta e fluente, permette a Baldino di dare vita a un uomo che sta a metà strada tra il mondo animale e la divinità. L’invenzione di questo personaggio, le sue sembianze e le sue attitudini grottesche, il suo rapporto così ravvicinato con gli esseri più umili del creato e con ciò che vi è di più sacro, rendono quest’opera unica nel suo genere nell’intero panorama letterario sardo.
La messa in scena di Diego Deidda e Lorenzo Lepori prevede l’utilizzo della musica dal vivo, le ambientazioni sonore e l’azione scenica attraverso l’uso della parola e del teatro fisico. I brani originali hanno la firma di Diego Deidda e Lorenzo Lepori: senza l’appartenenza a un solo genere, il repertorio spazia liberamente tra gli stili offrendo un’ampia varietà musicale. I costumi e la scenografia sono di Daniela Deidda.
L’appuntamento è per domenica 25 marzo 2018 alle 19 alla Fucina Teatro, presso il Centro Culturale La Vetreria in via Italia 63 a Pirri (Cagliari). Ingresso con offerta libera a fine spettacolo