Amori e conflitti in “Lettere di oppio” – intrigante pièce scritta e interpretata da Antonio Pisu, protagonista sulla scena insieme a Tiziana Foschi (attrice versatile e dotata di straordinaria vis comica, nonché regista, fondatrice con Roberto Ciufoli, Francesca Draghetti e Pino Insegno della Premiata Ditta), per la regia di Federico Tolardo, in tournée nell’Isola sotto le insegne del CeDAC per la Stagione di Prosa 2017-18 nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
Sullo sfondo dell’Inghilterra del diciannovesimo secolo, nel pieno dell’epoca vittoriana, durante la seconda Guerra dell’Oppio tra l’Impero cinese sotto la dinastia Qing e il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, nasce un insolito “triangolo” sentimentale, con un curioso gioco di specchi tra le ansie e i desideri di un’aristocratica dama in attesa del ritorno del marito dal fronte e le ambizioni del maggiordomo che, nel leggere e interpretare le missive dell’assente, finisce però con l’innamorarsi della donna e perfino con l’ingannarla, al punto di sostituirsi al padrone defunto pur di non perdere il posto – e non spezzare il filo dell’illusione.
Una trama sottile e avvincente costruita su una finzione per lo spettacolo (con scenografie di Tiziana Massaro, costumi di Gisa Rinaldi e disegno luci di Stefano Lattavo – produzione NOVRE) che debutterà – in prima regionale – mercoledì 4 aprile alle 21 al Teatro Oriana Fallaci di Ozieri, per approdare giovedì 5 aprile alle 21 al Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer, venerdì 6 aprile alle 21 al Cineteatro Olbia di Olbia e infine sabato 7 aprile alle 21 al Teatro Civico di Sinnai (nella Stagione de L’Effimero Meraviglioso – in collaborazione con CeDAC).
Immersi nella temperie culturale ottocentesca, i due personaggi incarnano i valori e le contraddizioni di una civiltà fondata su solidi principi morali ma anche su profonde diseguaglianze sociali, in cui il fiorire delle arti, in particolare dell’architettura, e lo sviluppo della tecnica formano uno stridente contrasto con lo sfruttamento del lavoro minorile in patria e delle risorse e dei popoli nel vasto impero coloniale. “Lettere di oppio” racconta attraverso il dialogo epistolare tra Margaret Wellington e il marito George, impegnato nel conflitto (poi conclusosi con la vittoria britannica e la sottoscrizione dei trattati di Tientsin (1858) e Pechino (1860) – gravemente umilianti per la Cina), mentre il “cinico ma fidato” maggiordomo assolve al delicato compito di rassicurare la nobildonna, traducendo per lei i pensieri e le allusioni celati fra le righe e offrendole una versione favorevole degli avvenimenti per non addolorarla né turbarla con sgradite verità.
Nello struggimento e nella solitudine dell’attesa sboccia fra i due una sorta di intesa e il rito della corrispondenza assume una funzione preziosa, acquieta timori e fantasmi, rende sopportabile il vuoto dell’esistenza, vissuta dentro un tempo sospeso e tutta proiettata verso un indecifrabile futuro: così tra due universi paralleli e non comunicanti, secondo le rigide regole e le tradizionali distinzioni di classe, si apre uno spiraglio verso la reciproca comprensione, una sorta di innocente complicità.
Finché la catastrofe – la morte del marito di lei – segna inevitabilmente la fine del gioco, o meglio dovrebbe, perché il domestico sceglie invece di continuare a sostenere la parte del messaggero, soltanto che stavolta diventa lui stesso l’autore delle lettere, mantenendo così artificialmente in vita colui che non è più, pur di non rinunciare ad un lavoro che ha assunto per lui un nuovo e diverso significato. Ma fino a quando – e fino a che punto – l’ignara potrà credere alla bugia, e che cosa accadrebbe qualora essa scoprisse la frode? La sofferenza negata attraverso quello stratagemma potrebbe esplodere in tutta la sua gravità, unita al rammarico per essere stata imbrogliata, ed essersi lasciata ingannare dalle parole menzognere del maggiordomo, forse fino ad annientarla.
La pièce indaga con humour e leggerezza sulle misteriose ragioni del cuore – che la ragione non conosce – e mostra tutta l’assurdità di categorie basate sul rango o sul censo nella definizione degli esseri umani, per una riflessione sulle inesorabili leggi dell’attrazione, che sfidano logica e convenzioni per sancire il trionfo delle passioni.
“Lettere di oppio” fotografa splendori e miserie dell’Inghilterra nel periodo della “pax britannica” che sancì una sorta di equilibrio e accordo fra le grandi potenze dell’Occidente favorendo l’espansione dell’impero coloniale.
La storia – con le sue pagine amare e tragiche – fa da sfondo ad una vicenda privata, fatta di delicate sfumature, premeditati fraintendimenti, reciproche (e inconfessabili) inclinazioni – in una società attenta alle apparenze, in cui la sposa, come una novella Penelope ma senza l’assedio dei pretendenti, custodisce la sua virtù in attesa del ritorno dell’eroico guerriero. Il sentimento romantico giustifica la dedizione muliebre e dubbi e inquietudini trovano sollievo nell’attenzione alla moda e all’eleganza, nel piacere del lusso e dei bei vestiti, finché la cruda realtà spezza il sogno ingenuo e un po’ infantile, cancella il suo miraggio di felicità, e Margaret suo malgrado deve fare i conti con se stessa, interrogarsi sui propri desideri e decidere il proprio futuro.
INFO & PREZZI
OZIERI
biglietti
Posto unico: intero 14 € – ridotto 11 €
info: cell. 349.8015314
MACOMER
biglietti:
Posto unico: intero € 16 – ridotto €14 – studenti € 5
info: cell. 347.8777538
OLBIA
biglietti:
posto unico: 16 euro
info: cell. 3282397198 – tel. 0789 28773
SINNAI
biglietti
platea: intero 15€
tel. 070765831 – 3777080898 – fax 0708584244
www.teatrocivicosinnai-effimeromeraviglioso.it