Parlamento, la presidenza della Camera ai 5 Stelle
Modificare la legge elettorale che ha prodotto un risultato senza un vincitore chiaro il 4 marzo, nel giro di poche settimane, e tornare rapidamente al voto già all’inizio di ottobre e con la campagna elettorale in agosto-settembre. Non si tratta semplicemente di un piano studiato a tavolino. È piuttosto una convergenza di interessi e di nature.
Il Movimento 5 Stelle e la Lega, al di là della telefonata Salvini-Di Maio sulle presidenze delle Camere, stanno lavorando alla soluzione per il governo del Paese. Preso atto che un’alleanza politica è praticamente impossibile e che il Pd non intende entrare in esecutivi se non con dentro tutti o del Presidente, la strategia comune di 5 Stelle e Carroccio prevede un giurista premier per poche settimane, il cambiamento della legge elettorale con l’introduzione del premio di maggioranza (in modo tale che la sera delle elezioni ci sia un vincitore) e il ritorno al voto dopo l’estate.
Il M5S punta così a svuotare ulteriormente il Pd e quello che resta della sinistra-sinistra mentre la Lega ha come obiettivo quello di imporsi definitivamente come leader del Centrodestra sottraendo altri consensi a Forza Italia.
Si apre la partita per la presidenza delle Camere. A 10 giorni esatti dal voto, sono iniziati i primi contatti tra le forze politiche. Nel tardo pomeriggio di ieri, è stato il leader della Lega Matteo Salvini a sbloccare la situazione – all’indomani del vertice di palazzo Grazioli nel quale ha ricevuto il mandato dagli altri esponenti di Centrodestra – con una telefonata al capo politico di M5S Luigi Di Maio oltre che al segretario reggente del Pd Maurizio Martina e al leader di Leu, Pietro Grasso.
Ma politicamente è la telefonata con l’altro vincitore delle elezioni ad avere un ruolo di primo piano: Di Maio, come ha raccontato subito dopo su Facebook, ha messo in chiaro con Salvini che dal momento che “il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica del paese con il 32% dei voti” per M5S “questa volontà è sacrosanta e vogliamo che venga rispecchiata attraverso l’attribuzione al Movimento della presidenza della Camera dei Deputati”.
Una richiesta precisa in riferimento alla quale Salvini, invece, non ha detto nulla nella nota ufficiale che la Lega ha diramato subito dopo la telefonata. E si è limitato a dire che quello con Di Maio è stato “un primo contatto, franco e cordiale, durante il quale i due hanno concordato sulla necessità di confrontarsi sulle presidenze delle due Camere nel rispetto del voto degli italiani”. Nulla di più. Questo potrebbe aprire alla possibilità di un presidente leghista al Senato, e il nome in pole position sarebbe quello di Roberto Calderoli. Mentre per la Camera, per il M5S, oltre al nome di Roberto Fico indiscrezioni indicano anche quelli di Riccardo Fraccaro ed Emilio Carelli.
Anche da fonti M5S, la telefonata viene definita “cordiale” e, ha spiegato Di Maio su Fb, entrambi hanno ammesso la vittoria delle due forze politiche: “Salvini ha riconosciuto il nostro straordinario risultato – ha raccontato il pentastellato – anche io ho riconosciuto il successo elettorale ottenuto dalla Lega”. Punto di contatto tra M5s e Lega è quello relativo alla battaglia dei vitalizi e degli sprechi della politica. Di Maio ha spiegato che dallo scranno più alto della Camera, i 5 stelle potranno “portare avanti, a partire dall’ufficio di presidenza, la nostra battaglia per l’abolizione dei vitalizi e tanto altro”. E anche Salvini ha sottolineato l’esigenza di “rendere più veloci e trasparenti i regolamenti, tagliare vitalizi e spese inutili sarà una nostra priorità”.
Salvini, come leader del Centrodestra e secondo il mandato ricevuto dagli alleati, ha poi sentito Martina e Grasso ai quali ha espresso l’intento di rendere operativo quanto prima il Parlamento, come precisa ancora la nota. “A nome della coalizione più votata dagli italiani ho ritenuto mio dovere telefonare a Di Maio, Martina e Grasso, per aprire un dialogo sulle presidenze delle Camere per garantire agli italiani che si perda meno tempo possibile e che si rispetti il voto del 4 marzo”, ha spiegato lo stesso segretario leghista. Sia Salvini che Di Maio hanno poi smentito l’ipotesi di un incontro in programma per la prossima settimana. Al momento, tutto via telefono.
Di Maio ha infine spiegato che domani i capigruppo in pectore di Camera e Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli, “si confronteranno anche con le altre forze politiche” ribadendo che “l’interlocuzione sulle presidenze delle Camere è slegata da ciò che riguarderà la formazione del governo”. Tra le telefonate di Salvini anche quella a Maurizio Martina. E, a quanto si apprende da fonti Pd, la posizione al Nazareno del Segretario reggente rimane ferma a quella espressa in Direzione e verrà ribadita a tutti gli interlocutori: netta separazione tra la scelta delle presidenze di Camera e Senato e i temi di governo. Sulle Camere occorre un confronto istituzionale, trasparente tra tutte le forze parlamentari per individuare figure di garanzia, autorevoli e rappresentative e non invece forzature di parte, viene sottolineato.
Fonte: www.affaritaliani.it