Dall’incontro di apertura del “Terre di Confine” è emerso come le donne nell’isola abbiano sempre più un ruolo di primo piano nel mondo della cinematografia
Il cinema crea reddito, crea economia e le donne in Sardegna sono sempre più protagoniste di questo processo di sviluppo. Un mestiere non facile ma nel quale le professioniste ricoprono ormai i più disparati ruoli del settore, con grandi riconoscimenti da parte di tutti, anche oltremare.
Sono queste le conclusioni dell’incontro “La donna e il mestiere del cinema in Sardegna”, il convegno-dibattito che ieri ha dato il via all’XI edizione del “terre di confine filmfestival” al Centro servizi Unla di Oristano.
Dopo l’introduzione e il saluto del direttore artistico Marco Antonio Pani, l’appuntamento è iniziato sotto la moderazione dell’attrice Antonella Puddu. A esporre le proprie esperienze sono state la regista Francesca Lixi, la sceneggiatrice e casting-manager Rossana Patricelli, la produttrice di Mommotty, Laura Biagini, l’aiuto regista e direttrice di produzione Roberta Aloisio e dell’autrice e regista Marilisa Piga, che ha fornito il suo contributo via Skype.
Dopo aver raccontato se stesse e il proprio lavoro attraverso le immagini dei set in cui hanno lavorato, le donne del cinema isolano sono state intervistate dal numeroso pubblico in sala. Nelle loro parole è emerso un mondo che negli ultimi anni in Sardegna è scresciuto esponenzialmente.
Da un lato sono state elencate le difficoltà di lavorare spesso lontano da casa, di ricoprire ruoli complessi e non sempre equamente remunerati, ma anche la straordinarietà del lato umano, dei sentimenti, della grande famiglia che finisce per diventare una troupe durante le riprese, e la grande soddisfazione di sentirsi parte di una gran cosa a lavoro finito.
È anche parso evidente come ognuna ricopra più di un ruolo professionale, segno della capacità multitasking delle donne di sapersi trasformare a seconda dell’esigenza, ma anche del fatto che il più delle volte – come ha rimarcato Biagini – si è costrette a fare di necessità virtù per una questione di budget limitato.
Quindi non c’è discriminazione per le donne nel cinema sardo. «Anche se diversi anni fa era tutto più difficile», ha spiegato Francesca Lixi, che ha potuto toccare con mano le criticità quando ancora le donne operanti nel settore erano veramente pochissime. Chi si avvicina al mondo del cinema deve sapere che è un lavoro difficile per tutti e, almeno per certi ruoli: «Si tende a “mascolinizzarsi” per essere accettate».
Ma su cosa occorre investire far crescere il settore? Nessun dubbio: in formazione, in modo tale da creare una filiera che comprenda tutte le professionalità, e quindi essere sempre più competitivi. Poi c’è sicuramente il problema dei fondi, con la speranza che in futuro si elargiscano maggiori finanziamenti.
La serata si è chiusa con la proiezione di “Nel mondo grande e terribile” sulla vita di Gramsci. Il “terre di confine” da oggi (9 marzo) sarà a Solarussa per tutto il weekend, in un interessante gemellaggio cinematografico tra la Sardegna e la Colombia.