Un ‘muro’ viola impressionante, un’enorme ‘macchia’ di un unico colore ha ‘circondato’ la basilica, che, come ricordato dall’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori all’inizio del rito funebre, rappresenta “il sacrario degli uomini piu’ illustri che hanno onorato l’Italia. Quelle virtu’ che noi riconosciamo in Davide, per questo lo salutiamo in questo luogo”.
“Se avessi due vite te le dedicherei entrambe”, e’ scritto in una delle tante sciarpe in piazza. Un inno al tifo Viola, che a Firenze e’ fede e quotidiano, e spiega bene le migliaia di persone che ieri hanno raggiunto la camera ardente aperta a Coverciano e l’altro ‘muro’ viola di sciarpe sulla cancellata dello stadio Franchi (dove per qualche momento si e’ soffermato il feretro di Astori prima di raggiungere la chiesa).
E la commozione crescente e univoca della piazza. I pianti, le bandiere sventolate, il silenzio della curva Fiesole. Silenzio violato solo quando la bara, portata a spalla e seguita dai cari del capitano, ha fatto il suo ingresso dentro la basilica. E quando le parole di Betori, diffuse in piazza dagli altoparlanti, “Firenze lo riconosce come uno dei suoi, da sempre e per sempre”.