Si è tenuta ieri a Washington la più grande manifestazione contro le armi organizzata da un gruppo di studenti. Gli organizzatori parlano di circa 800mila manifestanti e centinaia di migliaia di persone sono state calcolate in altre 836 città americane.
L’evento, denominato “March for our lives”, prende spunto dagli studenti del liceo di Parkland, in Florida, liceo in cui lo scorso 14 febbraio è avvenuta una sparatoria che è costata la vita a 17 persone, tra professori e studenti.
La protesta è rivolta alle autorità americane, le quali si astengono dal prendere provvedimenti e dal correggere le normative vigenti sulle armi e sull’acquisto di esse. In particolar modo è sotto accusa la National Rifle Association, la lobby delle armi.
Svariati i cartelli recanti messaggi che chiedono un cambiamento. E i manifestanti sono soprattutto studenti preoccupati che quanto accaduto a Parkland possa ripetersi anche nella loro scuola.
“La marcia per le nostre vite” è arrivata sino alla Casa Bianca, punto in cui ha preso parola la nipotina di Martin Luther King, 9 anni, che ha dichiarato dal palco: “Mio nonno aveva un sogno e anch’io ho un sogno: un mondo senza armi.”
Diverse le personalità che hanno preso parte all’evento o che hanno voluto rilasciare dichiarazioni a favore della marcia: da Barack Obama, che in un tweet ha ribadito il suo appoggio al cambiamento e alla manifestazione, ai divi di Hollywood come Steven Spielberg, Oprah Winfrey e George Clooney con la moglie Amal, i quali hanno donato ben 500mila dollari a sostegno dell’organizzazione.
E sempre George Clooney ha dichiarato in una lettera per gli studenti di Parkland, pubblicata dal Guardian: “Mi avete reso nuovamente orgoglioso del mio Paese”.
Alessandra Liscia