E’ stato investito sulle strisce nel 2016, ma i familiari di Francesco Mulas aspettano ancora dalla compagnia della vettura un’offerta risarcitoria ufficiale, quella informale è offensiva
Era la sera del 23 settembre 2016 quando Francesco Mulas, tranquillo pensionato di ottant’anni, di Decimonannu, veniva investito nel suo paese da una Opel Corsa condotta da C. P., un cinquantenne di Uta, che percorreva via Nazionale: l’anziano, mentre attraversava la strada a piedi sulle strisce pedonali, venne sbalzato a diversi metri di distanza e non riuscì a sopravvivere alle lesioni riportate. Quattro giorni dopo sarebbe spirato all’ospedale di Cagliari.
Nessun dubbio sulle responsabilità dell’automobilista, peraltro subito indagato per omicidio stradale dalla Procura di Cagliari, la quale da prassi ha aperto un procedimento penale. “Per quanto attiene alla ricostruzione della dinamica del sinistro, si è potuto ricostruire che il veicolo Opel Corsa condotto da C. P. percorreva la via Nazionale in direzione Assemini Villasor – Decimomannu quando il conducente, giunto in prossimità dell’attraversamento pedonale, per distrazione e per la scarsa visibilità dovute alla poca luce e alla pioggia che cadeva in quel momento, non si avvedeva della presenza del pedone che attraversava sulle strisce pedonali e lo travolgeva, scaraventandolo sulla carreggiata a circa due metri dal marciapiede e a 1,5 metri dalla fine delle strisce pedonali” scrivono nel loro rapporto gli agenti di polizia locale di Decimomannu, intervenuti per i rilievi.
Non solo. Il dott. Nicola Lenigno, consulente medico legale incaricato dal Pm titolare del procedimento, dott. Andrea Schirra, di effettuare l’autopsia sulla salma, ha concluso la sua perizia confermando che “la morte di Mulas Francesco è da mettere in rapporto causale con il sinistro stradale di cui rimase vittima il 23 settembre 2016”.
Per ottenere giustizia, i familiari dell’ottantenne, attraverso il consulente personale e responsabile della sede di Cagliari, dott. Michele Baldinu, si sono affidati a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, che tuttavia, nonostante la palese evidenza dei fatti, si è trovato di fronte al muro di gomma eretto inspiegabilmente dall’assicurazione della vettura, Groupama.
Prima, a maggio, la compagnia ha denegato la richiesta dei danni morali per la perdita del proprio caro avanzata da Studio 3A per conto dei propri assistiti, sostenendo che la dinamica non era stata ancora chiarita, e poi, quando Studio 3A ha acquisito e inviato a Groupama anche tutti gli atti relativi al procedimento penale, compreso il verbale delle autorità, quest’ultima ha iniziato una lunga “melina”, non riscontrando di fatto più i continui solleciti.
Al punto che Studio 3A il 27 febbraio si è visto costretto a procedere con un formale reclamo indirizzato all’Ivass, l’Istituto di Vigilanza sulle assicurazioni, per manifesta violazione dei termini di tempo previsti dal Codice delle Assicurazioni: “pur avendo da mesi tutti gli elementi utili per risarcire una famiglia che si è vista privare in modo così tragico di un proprio congiunto – recita l’atto -, Groupama non ha sino ad oggi corrisposto alcuna congrua e motivata offerta risarcitoria, tenendo un comportamento gravemente inerte”.
Come non bastasse, di fronte alla notifica del reclamo, Groupama finalmente si è fatta viva comunicando, ma in via solo informale, per telefono, che non è disposta a risarcire più del 50 per cento della somma di cui pure i familiari avrebbero diritto sulla base delle tabelle del tribunale di Milano. Motivo? Il quadro clinico cardiopatico pregresso della vittima. Per i familiari un altro schiaffo.
“Ci troviamo di fronte a un vergognoso caso di mala assicurazione che non possiamo non denunciare – commentano il dott. Ermes Trovò, Presidente di Studio 3A, e il dott. Michele Baldinu – Prima la compagnia non risponde o non si fa trovare e poi, di fronte al rischio di una sanzione da parte dell’Ivass, se ne esce con una tesi pretestuosa e quasi offensiva: è vero che il signor Francesco soffriva di una coronaropatia, ma è anche vero che era sotto controllo e che avrebbe potuto vivere chissà ancora quanto se non fosse stato investito.
Come ha stabilito lo stesso medico legale, le lesioni traumatiche conseguenti all’incidente sono state determinanti nel far precipitare il quadro clinico. La verità è che Groupama, con lo stratagemma ormai tristemente noto adottato dalle compagnie di assicurazione, sta facendo di tutto per portare all’esasperazione i danneggiati sperando che accettino risarcimenti al ribasso, ma possono stare “tranquilli”: Studio 3A sosterrà la famiglia Mulas fino alla fine, anche con una causa se necessario, finché non avrà ottenuto ciò di cui ha diritto”.