Le parole del Senatore Cucca sui risultati delle elezioni: “I cittadini hanno espresso il loro verdetto. Il PD ha perso pesantemente e ora dobbiamo lavorare per ricostruire il consenso, partendo dai nostri errori.”
Di questa amara sconfitta pesano innanzitutto il malessere generale, che non siamo stati capaci di interpretare e di contenere, la difficile risalita dalla crisi, che in Sardegna è stata ancor più drammatica rispetto ad altre regioni, l’incapacità di ricostruire un rapporto empatico con la gente e, sul piano strettamente politico, la dialettica interna al partito.
Era un risultato annunciato: in questi mesi di campagna elettorale abbiamo toccato con mano la rabbia e il malcontento verso la politica nazionale e regionale, e ci siamo resi conto che molte delle cose fatte non sono state percepite dalla collettività.
Questo esito, dunque, ci indica una strada obbligata, quella del cambiamento. Dobbiamo ribaltare la prospettiva, partire dal basso, dai problemi reali per costruire le soluzioni migliori, e rivedere le politiche, che non possono essere soltanto di sistema e a lungo raggio, ma devono poter dare soluzioni immediate e tangibili, perché tale è l’emergenza sociale che dobbiamo fronteggiare, soprattutto in quei territori dove è alto l’astensionismo.
L’altro cambio di passo lo dobbiamo fare al nostro interno: le divisioni, il correntismo esasperato, il clima da congresso permanente, non hanno fatto bene in questi anni al PD, in Sardegna come in Italia, e hanno accentuato la distanza con la base e con gli elettori. Dobbiamo fare tutti un bagno di umiltà e prendere consapevolezza del grido che giunge dalle urne, recuperando la vocazione popolare e voltando lo sguardo all’esterno anziché concentrarsi sui contrasti interni, riorganizzando il partito a tutti i livelli, ad iniziare dalla dimensione locale.
La campagna elettorale è stata un’occasione importante che ci ha permesso di riprendere a dialogare con la gente. È da qui che dobbiamo ripartire, da quella fetta di elettorato che ci ha dato nuovamente fiducia e da chi abbiamo deluso e non siamo stati in grado di convincere a votarci.
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno preso parte a questa difficile sfida, ad iniziare dai miei ex colleghi in Senato, Ignazio Angioni e Silvio Lai, e da tutta la squadra, composta da candidati con un alto grado di competenza ed esperienza, che con coraggio hanno dedicato anima e corpo alla campagna elettorale, nel tentativo di contrastare l’ondata populista e la spinta estremista che, malgrado gli sforzi, è venuta fuori dalle urne.
Ma voglio soprattutto ringraziare i militanti, i volontari, i simpatizzanti che ci hanno messo impegno e passione. Ai parlamentari eletti spetta ora il compito di rappresentare al meglio gli elettori e di onorare l’impegno con la comunità democratica.
Non c’è tempo per leccarsi le ferite, facciamo tesoro della sconfitta per tradurla in azioni forti e ripartire con il giusto vigore e con la serietà che da sempre ci contraddistingue. Ce lo impone il rischio, ormai concreto, di una inevitabile regressione del Paese e, ancor di più la minaccia di un risultato simile alle regionali. Il Partito Democratico ha in sé le energie e le intelligenze per ricostruire, per rifondare la sua azione affinché prevalgano il senso di responsabilità e la visione unanime orientata al bene comune.