Con 1.974 imprese attive nel settore dell’industria alimentare, la Sardegna si posiziona all’11° posto in Italia. Stabile l’attenzione delle imprese a tutela della salute dei consumatori in merito agli interventi di controllo e monitoraggio dei roditori. +66% le richieste di servizi con tecnologie innovative. Secondo la fotografia di Anticimex, a livello regionale il numero più alto di aziende dell’industria alimentare si registra nella provincia di Cagliari con 706 imprese attive.
Dal 2010 al 2017 l’industria manifatturiera sarda ha registrato un calo del numero di imprese attive del -12%, ma al suo interno esistono settori, come quello alimentare,che hanno saputo reagire: nel 2017 le imprese attive nell’industria alimentare in Sardegna sono 1.974 (+0,9% sul 2016 e +4,1% sul 2010), posizionandosi così all’11° posto in Italia. Un comparto in cui l’attenzione verso il consumatore è alta: da un lato sono sostanzialmente stabili gli interventi di controllo e monitoraggio dei roditori,che possono causare danni alle aziende e problemi di salute ai consumatori, dall’altro cala l’uso di prodotti chimici grazie a una normativa più stringente e all’uso di tecnologie “intelligenti”.
Questa la fotografia di Anticimex, azienda specializzata nel Pest Management e nei servizi di igiene ambientale, elaborata su base dati InfoCamere-Movimprese e su dati interni.
A livello regionale, nel 2017 il numero più alto di aziende dell’industria alimentare si registra nella provincia di Cagliari con 706 imprese (-0,1% sul 2016), seguita da Sassari con 528 (+1,1%), Nuoro con 522 (+1,4%) e Oristano con 218 (+2,8%).
E sul fronte della sicurezza alimentare? Secondo i dati di Anticimex, in Sardegna gli interventi eseguiti contro i roditori che, oltre a essere portatori di malattie, possono anche provocare perdita di prodotto, danni agli impianti e di reputazione, sono sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (+1%). Gli interventi crescono a Oristano, mentre sono leggermente in calo a Cagliari, Sassari e Nuoro.
Ma ad aver registrato nel 2017 il “boom” maggiore sono le richieste di intervento con l’impiego di nuove tecnologie(+66% sul 2016), che permettono di ridurre l’utilizzo di prodotti chimici e al contempo di rispettare l’ambiente circostante. Sistemi sempre più “intelligenti” che prevedono il monitoraggio e il controllo elettronico dei roditori, h24, 7 giorni su 7, e in grado di comunicare dati sull’attività in tempo reale, permettendo quindi di avere la situazione sempre sotto controllo e di intervenire prima che possano provocare danni.
“Negli ultimi anni il settore alimentare ha confermato il suo ruolo strategico per il Paese, ponendo sempre più la salute del consumatore al centro della propria filiera– afferma Valeria Paradiso, Responsabile Tecnico di Anticimex Italia – Questo grazie a una normativa più stringente che non solo obbliga le aziende ad adottare un metodo di autocontrollo per identificare e neutralizzare i rischi possibili durante la produzione di un alimento,tra cui la presenza di infestanti, ma ha anche regolamentato l’uso dei prodotti chimici facendo in modo che vengano utilizzati solo se strettamente necessari ed in maniera mirata. A questo si aggiungono le nuove tecnologie che hanno un ruolo chiave per ridurre l’uso di questi prodotti, con un notevole vantaggio per la salute e per l’ambiente.”