L’esposizione racconta, attraverso una raffinata selezione di MANUFATTI STORICI, la storia della CORSETTERIA SARDA. Le peculiarità e
gli archetipi che ne costituiscono un unicum di genere nel campo della storia del costume popolare-tradizionale del contesto europeo.
La narrazione visiva permette di osservare l’unicità stilistica dei beni edi cogliere le caratteristiche di ingegno sartoriale con le quali sonocostruiti, i motivi decorativi e, infine, ammirarne il posizionamento
sul corpo mediante una serie di manichini allestiti con vesti complete.
I BUSTI sono considerati, in SARDEGNA, gli indumenti più distintivi dell’intero sistema vestiario tradizionale; mutuati dalle strutture rigide del palinsesto dell’abbigliamento aristocratico europeo dei
secoli trascorsi che arrivano al CINQUECENTO. Per il loro valore
intrinseco, economico e semantico, dovuto all’uso di TESSILI preziosi,
alla presenza di RICAMI e DECORAZIONI METALLICHE (spesso rituali ancor
prima che floreali), alla resistenza, sono tra i capi più tramandati
del corredo muliebre. Le strutture sono divisibili in tre grandi
famiglie che si costruiscono attorno a degli schemi precisi:
strutturati, destrutturati, a fascia. I primi sono costituiti da due
parti rigide e simmetriche congiunte fra loro mediante innastrature a lacci (funzionali o posticce). La gabbia rigida è spesso realizzata con
ferri o legni e imbottita con tele e steli di palma nana essiccata.
Quelli della seconda tipologia, a gilet, sono morbidi, mentre, gli
ultimi, sono realizzati semirigidi a mo’ di fascia mamillare. I busti
sono strutturati nel nord dell’isola e morbidi/a fascia al sud e al
centro, tenendo sempre in considerazione il principio di unicità che
distingue ogni singolo centro della regione in fatto di abbigliamento tradizionale.
Le cromie sono quelle dei tessuti di pregio dei quali sono rivestiti
(rigidi) o confezionati (morbidi), come broccati, lampassi e velluti
lisci oppure operati, con particolare predilezione alla scelta di motivi
decorativi di immaginario floreale. Il ricamo diventa protagonista nei
manufatti a partire dal tardo OTTOCENTO, a imitazione delle fantasie dei
tessili che, entrando nel NOVECENTO, iniziano a modificarsi e di
conseguenza scarseggiare per mancanza di richiesta della moda
continentale che predilige stoffe lavabili indossabili direttamente
sulla pelle. Si assiste, a questo punto, a una stratificazione di gusti decorativi con ricami a punto pittura di stampo realistico, lustrini e
paillettes, canottiglie e vetrini, cordoncini di seta e passamanerie,
unitamente alle fantasie “commerciali” dei decenni trascorsi. Il
“COSTUME”, contrariamente a quanto si pensa, vive infatti di moda e modi
che lo hanno mantenuto (e in alcuni casi tutt’ora) al passo coi tempi.
Per meglio comprendere la ricchezza della mostra si è deciso di
accostare un percorso parallelo di “dietro alle quinte”. Un MAESTRO ARTIGIANO, ANTONIO GIUSEPPE PIRODDU, racconta attraverso materiali e
strumenti, i passaggi fondamentali di costruzione della corsetteria
popolare. Partendo dalle materie prime, passando per la modelleria e la
confezione, sino ad entrare nel mondo ormai elitario e affascinante
dell’arte del ricamo.
IED è la Scuola del progetto. Progettare vuol dire costruire e innovare
partendo da un concetto. Grazie al dialogo interdisciplinare, i corsi di
FASHION DESIGN e di PRODUCT DESIGN di IED Cagliari, hanno lavorato sinergicamente al fine di realizzare supporti espositivi in grado di
dialogare con i corsetti della TRADIZIONE SARDA. Il Focus del lavoro è
duplice: restituire al pubblico una chiave di lettura innovativa di
opere storiche e, al contempo, reinventare la moda contemporanea grazie
alle solide tracce culturali del passato recente.
La MODA, si è molte volte ispirata al concetto di gabbia per il corpo in una costante rivoluzione di idee e archetipi funzionali ed estetici.
Gli studenti di IED Cagliari, guidati dai coordinatori MASSIMO NOLI e
NICOLA FRAU, designer del brand QUATTROMANI, e dalla designer ANNALISA
COCCO, COORDINATORE IED, e da una grande professionalità, hanno modo di entrare nella tradizione, viverla, osservarla da vicino e,
trasformarla, attraverso personali variazioni sul tema.