Quando si parla di Sardegna, è inevitabile fare riferimento al mare, al sole e alle spiagge, che attraggono ogni anno migliaia di turisti provenienti dall’Italia e dal resto del mondo.
Attirati dalle acque cristalline, dalle infinite distese di sabbia ben attrezzate per ogni necessità, gli ospiti contribuiscono in maniera considerevole all’intero fatturato dell’isola, che sul turismo fonda la propria economia. Alcune spiagge sarde non hanno infatti nulla da invidiare ad alcune località esotiche e non è raro trovare il tutto esaurito nei weekend estivi, non solo nelle zone più vicine al mare, ma anche in quelle interne. Si tratta di turisti che programmano le proprie vacanze sia in maniera classica, sia scegliendo l’opzione last minute, sempre più in voga soprattutto tra gli italiani, che consente al turismo in Sardegna di viaggiare a gonfie vele anno dopo anno.Secondo quanto dichiarato da Barbara Argiolas (assessore regionale al Turismo), la crescita è dovuta anche ad una congiuntura internazionale favorevole. “La nostra priorità resta quella di lavorare sulla governance, sul sistema turismo e sul consolidamento di prodotti e offerta da affiancare al balneare”. Il campanello d’allarme è presto lanciato: la Sardegna è meta di turismo principalmente per spiagge, mare e sole, ma spesso viene trascurata la componente culturale e quella sportiva, nonostante le opzioni non manchino, su un territorio che accoglie milioni di turisti ogni anno, quasi la metà dei quali provenienti dall’estero e soprattutto da Germania, Francia, Svizzera e Regno Unito. Il quadro è confermato anche dall’analisi effettuata dal CNA, che ha preso in esame i dati Istat di Sicilia, Calabria, Puglia e Sardegna, evidenziando che il turismo sardo è quello meno destagionalizzato e che si muove poco per sport e cultura.
Nonostante questi dati abbastanza sconfortanti, alla Sardegna non mancano centri d’attrazione anche per chi vuole praticare sport, sia a livello agonistico che amatoriale, sia a contatto con l’acqua che nell’entroterra. Sta provando ad invertire la tendenza “La Marinedda”, spiaggia situata a poco meno di un chilometro dalla più nota Isola Rossa, che è conosciuta in tutta Europa per essere uno dei luoghi migliori per fare surf.
Migliaia di atleti e curiosi si riversano su questa spiaggia per un Surf Contest di caratura internazionale. Gli esperti di questa particolare disciplina sportiva, che abbina la voglia di avventura a buone doti d’equilibrio, conoscono da vicino anche Capo Mannu, Porto Ferro e Chia, particolarmente adatte per il surf in virtù di onde che possono raggiungere anche 3-4 metri d’altezza.
I neofiti della disciplina, dopo essersi procurati muta e tavola in un negozio specializzato, potranno invece orientarsi verso le spiagge di Buggerru e Piscinas: la prima, con il suo caratteristico fondale piatto, è la punta di diamante del turismo del Sulcis Iglesiente, mentre la seconda, in provincia di Oristano, vanta una tripla esposizione e mareggiate poco intense, terreno di prova ideale per coloro che hanno iniziato da poco a praticare il surf.
Lo sport è uno dei punti di partenza per riorganizzare il turismo in Sardegna, che deve puntare forte anche sulla cultura se vuole ottenere una maggiore costanza nei flussi di viaggiatori da e per l’isola: non sono più trascurabili i fenomeni di nicchia e i cosiddetti periodi di spalla, da cui potrebbero arrivare introiti significativi per migliorare ulteriormente il peso specifico che il turismo ha nell’economia della Sardegna.