Il fascino della ricerca e la scoperta della doppia elica del DNA in “Rosalind Franklin – Il segreto della vita” di Anna Ziegler – in cartellone da mercoledì 18 aprile alle 20.30 fino a domenica 22 aprile al Teatro Massimo di Cagliari (tutti i giorni da mercoledì a sabato alle 20.30 – la domenica alle 19 e giovedì 19 aprile doppia recita con la pomeridiana alle 16.30) per la Stagione 2017-18 de La Grande Prosa.
La pièce ricostruisce la storia della chimica, fisica e cristallografa britannica, fin da giovanissima interessata ai misteri della scienza: laureatasi all’università di Cambridge, durante la guerra lavorò alla British Coal Utilisation Research Association (BCURA) dove iniziò a studiare la microstruttura del carbone e la sua permeabilità ai gas e ai liquidi, poi a Parigi, al Laboratoire Central des Services Chimique de L’Etat in Francia, dove approfondì le tecniche di cristallografia a raggi X che avrebbero reso possibile la scoperta del DNA. Scienziata competente e ambiziosa, Rosalind Franklin – scomparsa a soli 37 anni nel 1958 – avrebbe ottenuto solo tardivamente il riconoscimento del suo ruolo cruciale per il riconoscimento della struttura del DNA, ma intanto la sua carriera di studiosa era proseguita con il consueto impegno e con successo con altre ricerche e varie pubblicazioni a ulteriore conferma delle sue capacità a dispetto di un destino tragico e amaro.
Sotto i riflettori – nel ruolo della protagonista – l’attrice Lucia Mascino, volto noto del grande e del piccolo schermo con all’attivo un’intensa carriera teatrale e cinematografica, tra l’interpretazione di grandi classici e la rappresentazione di testi contemporanei: oltre alle collaborazioni con il Teatro Settimo, con lo Stabile delle Marche e con la compagnia di Giorgio Barberio Corsetti, l’artista ha recitato a fianco di Piera Degli Esposti ne “La passione di Cristo” ed è stata diretta da registi come Antonio Calenda, Valerio Binasco e Giancarlo Cobelli, spaziando dall’“Amleto” di Filippo Timi (che l’ha diretta anche ne “La Sirenetta”, “Don Giovanni” e “Favola”) a “Ritratto di una Capitale” e al “Candide” di Mark Ravenhill per la regia di Filippo Arcuri.
Vincitrice del bando Nuove Sensibilità con “Io sono internazionale” – di cui è autrice e interprete insieme a Rebecca Murgi, e del Premio Vittorio Mezzogiorno per il talento, Lucia Mascino è conosciuta dal grande pubblico per il ruolo di “Una mamma imperfetta” nella fortunata serie di Ivan Cotroneo, ma anche come commissaria Vittoria Fusco a fianco di Filippo Timi ne “I delitti del BarLume”, oltre che per il personaggio di Gabriella Santi in “Suburra”, mentre la scorsa estate al cinema è stata protagonista di “Amori che non sanno stare al mondo” di Francesca Comencini.
La suggestiva mise en scène è firmata dall’attore e regista Filippo Dini – uno degli artisti più interessati e apprezzati del panorama italiano e non solo (vincitore del Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2011, del Golden Graal 2013 come miglior attore per “Romeo e Giulietta” e “Il discorso del Re”, del Premio ANCT “Hystrio” 2014 e del Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2016 per la regia di “Ivanov”) – recentemente nell’Isola nel ruolo di Giovanni Falcone in “Novantadue” di Claudio Fava (produzione BAM Teatro), drammatica e visionaria “cronaca” delle stragi di mafia, una delle pagine tragiche della storia recente dell’Italia.
“Rosalind Franklin – Il segreto della vita” – fra teatro e scienza – mette in luce il talento e la determinazione, l’intelligenza brillante e la forte personalità di una studiosa che ha lasciato un segno nella storia della medicina, in una trama avvincente come quella di un romanzo, tra colpi di scena e preziose intuizioni, fino al risultato finale – un trionfo offuscato dalla mancata assegnazione del Nobel che però non riduce i meriti e l’importanza delle scoperte della protagonista.
Nel cast – accanto a Lucia Mascino e allo stesso Filippo Dini – Giulio Della Monica, Dario Iubatti, Alessandro Tedeschi, Paolo Zuccari mentre le evocative scenografie sono di Laura Benzi, i costumi di Andrea Viotti e il disegno luci di Pasquale Mari, la colonna sonora è curata da Arturo Annecchino e gli inserti video sono stati ideati e realizzati da Claudio Cianfoni – fondamentale l’intervento sul testo della dramaturga Nicoletta Robello Bracciforti.
Focus su un momento cruciale per la scienza, in un fecondo intrecciarsi di saperi, in cui l’interazione tra le diverse discipline e la creazione di strumenti sempre più potenti e precisi ha reso possibile un’indagine di tale raffinatezza da cogliere la forma e la struttura delle molecole – fino a intuire “il segreto della vita”. Il rapporto tra uomo e natura – madre e matrigna – si fa più complesso e insieme più semplice, perché giunge all’essenza (dalle particelle subatomiche alla formula che misura materia ed energia) fin quasi a poter leggere la propria matrice: il codice genetico.
Un progresso realizzato per gradi e successive scoperte che ha portato fino all’attuale era dei cyborg e della realtà aumentata – in cui intelligenze “naturali” e artificiali si incontrano non senza nuovi dilemmi etici sui confini della scienza e i rischi – per i fragili equilibri di un ecosistema complesso – dell’interferenza umana. La scoperta della doppia elica del DNA costituisce un passaggio fondamentale per lo sviluppo della biologia e della medicina, e ha offerto agli studiosi una chiave per comprendere e perfino indirizzare l’evoluzione della specie – attraverso la cura e prevenzione delle malattie (oltre ad aprirsi a esiti e prospettive ancor più fantascientifici).
“Rosalind Franklin – Il segreto della vita” offre anche un ritratto – non edulcorato – della scienziata inglese, nata e cresciuta in seno all’alta borghesia britannica, formata da editori e banchieri, in una famiglia con ascendenze ebraiche perfettamente integrata nella società. La sua vivace intelligenza e il suo spiccato interesse per la scienza le spinsero a iscriversi all’università di Cambridge, dove poté acquisire anche le basi della cristallografia e dell’utilizzo dei raggi X – che si sarebbero rivelate preziose nei suoi studi successivi. Dopo la seconda guerra mondiale – durante la quale aveva lavorato alla British Coal Utilisation Research Association a Kingston-upon-Thames – la sua carriera proseguì tra la Francia e l’Inghilterra dapprima con gli studi sul carbone, poi al Wheatstone Physics Laboratory del King’s College di Londra diretto da Maurice Wilkins dove si concentrò sul DNA.
Tra la pubblicazione di vari articoli e l’immagine della doppia elica del DNA, Rosalind Franklin portò avanti nuovi studi sul virus del mosaico del tabacco – e quindi sulla natura e le modalità dell’infezione virale – al Birkbeck College, ma durante un ciclo di conferenze in America iniziarono a manifestarsi i sintomi del male che l’avrebbe condotta prematuramente alla morte (probabilmente a causa delle prolungate e reiterate esposizioni ai raggi X).
La lotta con la malattia terminò il 15 aprile del 1958. La sua scomparsa fu annunciata sul Times, sul New York Times, oltre che su Nature. «Come scienziata, Miss Franklin si è distinta per l’estrema chiarezza e per l’eccellenza con cui ha svolto il suo lavoro in ogni campo al quale si è dedicata» scrisse J.D Bernal nel necrologio pubblicato sul Times il 19 aprile, in cui ricordava anche il ruolo svolto dalla studiosa nella scoperta della doppia elica del DNA. «Le sue fotografie sono fra le più belle immagini ai raggi X mai ottenute di una sostanza».