Le strutture ricettive all’aperto (campeggi e villaggi) rispondono alle esigenze di una fetta di visitatori (dai locali agli stranieri) che concepiscono la vacanza agganciata all’esperienza del territorio e della natura e sono complementari alle altre due gambe del turismo sardo.
Ma così come nel settore alberghiero ed extra alberghiero, anche le attività all’aperto devono seguire un faro fondamentale se vogliono consolidarsi e crescere in un sistema di rete: la qualità dei servizi offerti e il rispetto per la filosofia di fondo che li contraddistingue, il legame con la natura e il territorio.
È per questo che non si può consentire che il carico antropico, che pesa in particolare nella stagione estiva, stravolga l’essenza stessa del turismo legato ai campeggi e ne penalizzi fortemente la qualità: chi sceglie la vacanza all’aperto cerca spazio vivibile e godibile. In sostanza più qualità e servizi. Tutto ciò può essere garantito se tutti agiscono nel pieno rispetto delle regole, che devono essere uniformi per tutte le tipologie di ricettività, uniformi nei principi guida e negli obiettivi.
Perché l’interesse primario di tutti gli operatori è che la Sardegna sia fruibile e appetibile nella gran parte dei mesi dell’anno e per tutti i mercati internazionali”.