La vita e il pensiero di Don Lorenzo Milani sono il fulcro di “Vangelo secondo Lorenzo”, spettacolo in cartellone da mercoledì 11 aprile alle 20.30 (turno A) fino a domenica 15 aprile al Teatro Massimo di Cagliari (tutti i giorni da mercoledì a sabato alle 20.30, la domenica alle 19 e giovedì 12 aprile un duplice appuntamento con la pomeridiana alle 16.30) sotto le insegne del CeDAC per la Stagione 2017-18 de La Grande Prosa.
La pièce originale scritta a quattro mani da Leo Muscato – che firma anche la regia – e Laura Perini ricostruisce la storia del fondatore della scuola di Barbiana – dalla giovinezza con la passione per la pittura e gli studi artistici, alla conversione e alla “Vita da Seminarista”, ai momenti cruciali della “Vita da Cappellano” nella Parrocchia di San Donato a Calenzano, dove creò una Scuola Popolare per contadini e operai, alla decisiva svolta della “Vita da Priore”.
Focus sui due capitoli conclusivi nella raffinata mise en scène (produzione Elsinor – Arca Azzurra Teatro – Teatro Metastasio di Prato per la Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato) che ha debuttato a San Miniato in occasione delle celebrazioni promosse dalla Regione Toscana per il cinquantenario dalla scomparsa del sacerdote – autore con i suoi allievi della celebre “Lettera a una professoressa” sul valore e il significato dell’educazione nello sviluppo armonioso della società.
Sotto i riflettori – nel ruolo del protagonista – Alex Cendron insieme ad un’affiatata compagnia, che schiera (in ordine alfabetico) Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Nicola Di Chio, Silvia Frasson, Dimitri Frosali, Fabio Mascagni, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Beniamino Zannoni e Marco Zannoni e agli otto giovanissimi che interpretano gli allievi della scuola di Barbiana. Un racconto per quadri di forte impatto emotivo, messo in risalto dall’evocativa scenografia di Federico Biancalani, con i costumi di Margherita Baldoni e il disegno luci di Alessandro Verazzi (assistente alla regia Alessandra De Angelis) per un affresco della società italiana del secondo dopoguerra.
Oltre la Scena/ gli attori (si) raccontano nel consueto incontro con il pubblico – condotto dal giornalista e scrittore Ottavio Olita (ha collaborato con l’Ansa, La Nuova Sardegna e la Rai) – in programma DOMANI (venerdì 13 aprile) alle 17.30 nella sala conferenze della Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta 2 a Cagliari: la parola agli artisti per un’interessante riflessione sul dialogo fra teatro e società in cui approfondire la figura di Don Lorenzo Milani e la sua influenza sulla civiltà contemporanea. (ingresso libero fino a esaurimento posti)
“Vangelo secondo Lorenzo” – fin dal titolo pone l’accento sul fondamento di una vocazione potente ma lucida e consapevole che portò il giovane rampollo di una famiglia fiorentina agiata tra le mura di un seminario, a dispetto di un carattere indocile e di uno spirito critico mai sopito, pur nella sottomissione e nell’obbedienza impostegli in nome della fede. Figlio di genitori dichiaratamente agnostici – il padre Albano Milani era un chimico con un grande amore per la letteratura, a sua volta figlio dell’archeologo e numismatico Luigi Adriano Milani e nipote per parte di madre del filologo Domenico Comparetti e della pedagogista Elena Raffalovich mentre la madre Alice Weiss, di origine ebraica, allieva di James Joyce, era cugina dello psicanalista Edoardo Weiss, seguace di Sigmund Freud – Lorenzo Milani fu come folgorato dall’incontro con Cristo. Il giovane aspirante pittore al termine di un’intensa ricerca spirituale scelse di prendere i voti e rimase per tutta la sua (troppo breve) esistenza fedele alla Chiesa, pur non rinunciando a prendere le distanze dai rigidi formalismi e da regole e comportamenti in contrasto con la sua visione e con lo spirito evangelico.
Fin dal primo incarico come cappellano a Calenzano (1947-1954), Don Lorenzo Milani prese posizione contro le ingiustizie e lo sfruttamento dei lavoratori – dalla piaga del lavoro minorile all’impiego di operai sottopagati da parte dei ricchi industriali, nel distretto tessile alle porte di Firenze come nelle altre regioni d’Italia – individuando nell’istruzione lo strumento fondamentale per garantire la dignità e la difesa dei diritti dei più deboli. Un principio perfettamente coerente alla sua opera pastorale – «Pretendere di evangelizzare degli ignoranti è commettere reato di plagio della credulità popolare» affermava – analogamente al rifiuto di far propaganda elettorale, dispensando “consigli” dal pulpito di occasione delle consultazioni nei primi anni Cinquanta.
Trasferito a Barbiana, piccolo gruppetto di case sparse sul Monte Giovi, inizia così la sua “Vita da Priore” (1954-1967) dapprima reagendo con sconforto, per poi affrontare l’ardua prova – inscritta nel misterioso disegno divino – fondando la scuola di Barbiana e sottraendo ragazzi e adolescenti alla fatica nei campi e nelle porcilaie per farne i suoi allievi, creando un nuovo sistema formativo in cui lo studio delle varie discipline si intreccia alla lettura e al commento delle notizie apparse sui giornali. I più grandi insegnano ai più piccoli e il sapere non è mai fine a se stesso, ma sempre al servizio della collettività e insieme alle conoscenze teoriche e pratiche il coltissimo maestro fa sì che quel dono di conoscenza e d’amore possa dare i suoi frutti anche all’esterno, nel mondo.
Un’esperienza straordinaria e insolita, che assurge agli onori delle cronache e desta curiosità in diversi ambienti in seguito al clamore suscitato dalla “Lettera ai cappellani militari sull’obiezione di coscienza” elaborata da Don Lorenzo Milani insieme ai suoi allievi – per cui il sacerdote dovrà difendersi dall’accusa di “apologia di reato”. Sulla scuola di Barbiana si concentra l’attenzione dell’opinione pubblica, illustri studiosi e intellettuali tengono delle lezioni a misura dei ragazzi, i quali intanto proseguono la loro formazione anche all’estero, perfezionandosi nelle lingue straniere e alcuni di loro riusciranno a far carriera ed affermarsi nella società – dimostrazione vivente del fatto che il privilegio di nascita può essere sovvertito grazie all’intelligenza e all’impegno – oltre che alla competenza, la sensibilità e la passione dei docenti.
Il Belpaese negli anni che precedettero il cosiddetto boom economico, tra la fine della monarchia e l’inizio della repubblica, fa da cornice all’acceso dibattito su questioni fondamentali e scottanti – non solo il rispetto e il riscatto dei poveri attraverso la cultura, ma anche il pacifismo e l’obiezione di coscienza e il ruolo strategico della scuola nel superare le disparità e favorire e rafforzare la diffusione della conoscenza e il nascere di una coscienza civile.
La riscoperta della figura e dell’opera di Don Lorenzo Milani su cui è calato in parte l’oblio, favorito da una sorta di silenziosa censura, riporta al centro del dibattito temi importanti e scottanti – in tempi in cui il ruolo dell’istruzione viene sempre più messo in discussione (per non parlare di recenti episodi di cronaca che mostrano il venir meno del rispetto verso la scuola come istituzione e verso gli stessi docenti – fossero pure casi isolati – sotto i colpi di una nuova barbarie). Il sapere e la coscienza critica sono strumenti necessari per il progresso della civiltà nel rispetto dei principi di giustizia e di eguaglianza su cui si fonda – o almeno dovrebbe – una moderna democrazia.
ORARI E TURNI
- mercoledì 11 aprile – ore 20.30 – turno A
- giovedì 12 aprile – ore 16.30 – turno P
- giovedì 12 aprile – ore 20.30 – turno B
- venerdì 13 aprile – ore 20.30 – turno C
- sabato 14 aprile – ore 20.30 – turno D
- domenica 15 aprile – ore 19 – turno E
INFO & PREZZI
SERALI
- primo settore: 35€ intero; 27€ ridotto
- secondo settore: 30€ intero; 22€ ridotto
- loggione: 15€
POMERIDIANE
- 16€ intero; 12€ ridotto
Per informazioni: [email protected] – 345.4894565 – www.cedacsardegna.it