Prosegue il programma pluriennale di recupero delle antiche varietà di pero e la diversificazione della produzione per fare gradualmente impresa e reddito da alcune biodiversità tipiche dei territori collinari, mantenendo un equilibrio tra ambiente ed attività produttiva. Con questo approccio prosegue il progetto di recupero e affermazione della frutticoltura autoctona.
Produzioni che hanno caratterizzato il divenire di varie aree agricole della provincia ma, che non hanno mai trovato una dimensione economica e commerciale, in quanto ridotte ad integrazione delle scorte alimentari familiari. Gradualmente nel tempo sono scomparse o sono state trascurate, fino alla perdita di alcune varietà colturali e tipicità. Varietà che non necessitano di una coltivazione razionale intensiva che possono spesso essere praticate in aree anche marginali, della collina e pedemontane. Ben attenti però a preservare un modello di sviluppo che mantenga l’ equilibrio dell’ ambiente circostante.
Coldiretti Oristano, con la collaborazione dei Comuni dell’ Alto oristanese (Bonarcado, Paulilatino, Fordongianus e Neoneli, Abbasanta e Sedilo), l’ Associazione Slow Food Terre oristanesi, della sede di Nuraxinieddu del CNR, prosegue nel progetto di salvaguardia-recupero e valorizzazione delle Biodiversità nelle varietà di pero locali .
Una azione che si sviluppa attraverso l’innesto del perastro (pero selvatico), presente come portainnesto naturale in tante aree dell’ Isola, specie in quelle marginali, resistente alle intemperie, compresa la siccità.
Il progetto mira a valorizzare piccole e diffuse attività di coltivazione, che ripartono dall’utilizzo (in modo innovativo) delle peculiarità locali, come ( a titolo di solo esempio) Pira ‘e Santu Juanni o camusina di Bonarcado (maturazione a giugno ); Pira ‘e Santu Perdu ( agosto-settembre ); Pira ‘e Santa Maria ( luglio ); Pira Sedilesa (a giugno); Bella di Giugno; Spadone ‘e Ierru ( settembre-ottobre),Pira Casu (luglio –agosto ),Pira ruia (tardiva); Pira ‘e Santa Caderina (ottobre-novembre); ;Pira Muscadeddu (agosto- settembre); pira Buttiu (agosto-settembre).
Dopo le attività degli scorsi anni, nel 2018 prosegue l’ iter progettuale con una giornata di innesto che si è tenuta ieri presso il comune di Bonarcado a partire dalle ore 9.00. Graditi ospiti dell’ iniziativa la 3 B agraria dell’Istituto Don Deodato Meloni di Nuraxinieddu guidati dalla professoressa Anna Laura Canetto. Domani si replica nel comune di Paulilatino. Ospiti della giornata un gruppo di minori non accompagnati provenienti dal Gambia.
Per Giovanni Murru ed Emanuele Spanò Presidente e vice direttore di Coldiretti Oristano il progetto si propone come uno strumento di sviluppo dei territori a forte spopolamento. Un modello che attivando una rete di collaborazione e raccordo tra produttori e comuni parte dal ripristino di produzioni perdute che non raggiungevano i mercati di vendita. Una azione che prevede un modello di sviluppo non invasivo che rispetta le caratteristiche dell’ ambiente e del suolo e si realizza nel pieno equilibrio della natura circostante. Replicabile anche su altri settori e atto a stimolare nuovi processi produttivi. Il recupero delle biodiversità rappresenta infatti un metodo di sviluppo pratico e funzionale anche in virtù dei cambiamenti climatici in corso. Lo sviluppo delle piccole filiere identitarie, può costituire una opportunità unica per molti dei nostri comuni, che possiedono nelle caratteristiche produttive storiche, oggi abbandonate, una possibile via alla crescita.