LEGGE URBANISTICA – In Sardegna le imprese e i cittadini hanno voglia di investire ma chiedono certezze normative a Giunta e Consiglio Regionale. Appello di Giacomo Meloni, Presidente Confartigianato Edilizia Sardegna: “Occasione storica per ridare dignità al comparto e riqualificare i territori: fate presto perché 120mila sardi attendono risposte”.
“I sardi credono ancora nella casa e nelle costruzioni ma hanno paura dell’incertezza normativa e delle tasse. Per questo, per le imprese e per chiunque voglia costruire o migliorare gli immobili, chiediamo più certezze e meno burocrazia: fate presto”.
Così Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, entra nel dibattito sulla Legge Urbanistica in discussione in questi giorni in quarta Commissione del Consiglio Regionale.
“Questo Disegno di Legge, che speriamo possa venir approvato presto e con convinzione da parte di tutti – continua Meloni – ha l’occasione storica, forse unica e irripetibile, di mettere insieme, seppur nelle rispettive diversità, particolarità e necessità, maggioranza e opposizione, imprese e ambientalisti, cittadini e amministrazioni. Non possono esserci mere contrapposizioni ideologiche se si tratta di riqualificare i territori, valorizzare zone poco sviluppate, far crescere l’economia e creare opportunità. Bisogna sempre aver presente che tra addetti, indotto e relative famiglie, direttamente e indirettamente, dalle costruzioni traggono sostentamento circa 120mila sardi”.
Meloni ricorda poi come “si sia ormai alla vigilia di scelte che, a distanza di 30 anni dall’ultima legge Urbanistica, rappresenteranno un’importante sfida per il futuro dell’Isola, e che, in ogni caso, metteranno il comparto delle costruzioni della Sardegna al centro di un generale processo di revisione del sistema costruttivo”
“Oramai da un decennio, il mondo dell’edilizia sarda viene sottoposto a durissime sollecitazioni di mercato – continua il Presidente – alle quali non corrispondono nuove strategie di crescita del territorio, cambiamento di mentalità delle imprese e dinamicità normativa. Insomma, la “resilienza”, la capacità di adattarsi, di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà, nell’edilizia sarda è totalmente assente”. “E sappiamo bene che chi non cambia, non si evolve, non innova e non trova nuovi sbocchi – puntualizza Meloni – è destinato a sparire. Questo sta accadendo, e potrebbe continuare ad accadere, all’edilizia della Sardegna e ad alcuni territori della nostra Isola”.
“Ribadiamo di essere favorevoli alle proposte, contenute nel Disegno di Legge, approvato in Giunta 13 mesi fa – sottolinea il Presidente degli Edili di Confartigianato Sardegna – che riguardano la semplificazione delle procedure, il taglio dei tempi di approvazione dei progetti e la certezza della loro regolarità amministrativa, la riduzione del consumo del suolo attraverso la riqualificazione dell’esistente, l’introduzione del meccanismo dei bandi per l’attuazione dei nuovi insediamenti e la possibilità del miglioramento delle strutture turistiche esistenti senza dimenticare che verrebbero facilitati anche gli interventi di demolizione, anche parziale, e ricostruzione per il miglioramento della qualità edilizia e ambientale”.
“Da anni Confartigianato Sardegna chiede che le imprese edili e le Amministrazioni Locali possano avere riferimenti non equivoci, ora costantemente oggetto di delicati contenziosi giudiziari causati dal continuo rimando a direttive, circolari e regolamenti – riprende – questa legge accorperebbe, chiarirebbe e abrogherebbe più di 300 norme in materia urbanistica, stratificatesi nei decenni, in maniera spesso ambigua e contradditoria, ed eviterebbe agli imprenditori di continuare a essere degli “azzeccagarbugli”, sempre di corsa fra ostacoli di leggi, sentenze e interpretazioni, ponendoli nelle migliori condizioni per svolgere il loro mestiere ovvero di riqualificare, ricostruire e pianificare”.
“Crediamo che questa Legge possa essere un valido strumento per la pianificazione dell’intero territorio regionale – rimarca il Presidente – per dare la possibilità a chi intende investire, di farlo in un quadro normativo chiaro e stabile e non soggetto alle mutazioni dello scenario politico. Auspichiamo, inoltre, che si possa attuare la valorizzazione o il recupero del patrimonio immobiliare, attraverso azioni incentivate anche da premialità volumetriche dei proprietari nei centri storici o che ci possa essere la possibilità di effettuare interventi a particolari condizioni anche nelle zone F”.
“Siamo fiduciosi – conclude Meloni – che le indicazioni che arriveranno dagli attori del comparto potranno essere utili all’Assessore, alla Giunta, alle Commissioni e all’Aula di via Roma, per la definizione di un quadro di riferimento delle politiche regionali di sviluppo, in rapporto all’impatto dell’edilizia e alle opportune azioni di rivitalizzazione del settore, in funzione delle esigenze del contenimento del consumo di suolo, rigenerazione urbana e miglioramento della qualità insediativa”.