Se la premiership andrà a Di Maio, a Salvini andranno tutti i Ministeri forti, Cdp e la galassia delle partecipate (Eni, Enel e Leonardo) e la Rai
Secondo alcune fonti, infatti, il risultato delle urne delle Amministrative darebbe alle parti l’occasione di accelerare dopo settimane di pantano nelle trattative fra gli schieramenti politici per formare un nuovo governo, riportando la situazione, dopo il feroce gioco dei veti incrociati e il balletto di Forza Italia sul Pd, al momento in cui il leader della Lega aveva annunciato che avrebbe fatto “da solo”. Sono passati ormai quasi 50 giorni dal voto, le Camere non hanno prodotto nulla e i leader politici sanno che la pazienza dell’elettorato non è infinita.
Di Maio stamane è sbarcato a Milano, ufficialmente per visitare il Salone del Mobile, ma l’appuntamento potrebbe fornirgli l’occasione per vedere Salvini e chissà, osa qualcuno, per dare, con tanto di foto di rito rigorosamente insieme e telecamere, l’annuncio del patto politico, ispirato dal rigoroso programma comune stilato base dell’”istruttoria ultimata da Giacinto Della Cananea”. Il professore che il capo politico del M5S ha incaricato per mettere nero su bianco le convergenze fra grillini, Lega e Pd.
Gli osservatori della partita spiegano che, nonostante il doveroso gioco politico delle parti, alla fine la stessa Forza Italia aderirà con un appoggio esterno al governo per non rimanere fuori dai giochi. Una configurazione a cui gli stessi grillini, subito dopo l’affidamento del mandato esplorativo da parte del Quirinale a Maria Elisabetta Alberti Casellati, avevano già acceso la luce verde. Insomma, come annunciato cinque giorni fa, Salvini, stufo del pantano politico, ha portato avanti da solo la trattativa come leader del Centrodestra, ha negoziato sul programma e solo in seconda battuta coinvolgerà le altre due forze appartenenti al suo schieramento.
Dopotutto anche quel “mi fido di Salvini e non ho mai aperto al Pd”, riespressi oggi da Silvio Berlusconi in un’intervista al Corriere della Sera dopo le scivolate comunicative in terra molisana, ha responsabilizzato il capo del Carroccio e messo da parte tutte le obiezioni che lo stesso forzista aveva mosso nei confronti dei grillini. E Berlusconi, nonostante qualche momento di poca lucidità, ha ben chiaro che Salvini ha carattere ed è coerente e che gli appetiti esteri sui colossi tricolori delle tlc, la sua Mediaset e Telecom, gli impongono una realpolitik e un atteggiamento più responsabile. E cioè nè salire sull’Aventino nè mettersi in contrapposizione.
Questo l’accordo di fondo, grazie alla convergenza dei programmi che ha permesso il patto di governo. Ma chi farebbe il premier? Le fonti riferiscono che l’ex vicepresidente della Camera ci terrebbe a salire a Palazzo Chigi e se otterrà la premiership, la Lega farà cappotto su tutto il resto. Il capo politico del M5S sarebbe disposto a concedere a Salvini i Ministeri forti (Economia, Interni; Sviluppo Economico a Fdi), Rai, Cdp e galassia delle Partecipate (Eni, Enel e Leonardo). Insomma, altro che socio di minoranza.
Fonte: www.affaritaliani.it