Qatar: sul Mater Olbia Hospital Sardynia si rischia una crisi diplomatica Roma-Doha? Nella causa di usucapione anche atti contraffatti?
Non è da escludere che l’apertura del Mater Olbia Hospital slitti di un altro anno. Il giorno cinque del corrente mese, infatti, si è svolto il processo civile inerente alla causa di usucapione dei 60 ettari, nel corso del quale gli avvocati di Alessandro Marini hanno confermato tutte le accuse mosse alla controparte Sardinia Healthare and Research Properties S.r.l., che, com’è risaputo, è la società proprietaria dell’ospedale ex San Raffaele controllata al 100% dalla “Qatar Foundation” facenti capo alla Famiglia dei Reali del Qatar Haltani. Perché parliamo che l’apertura del Mater Olbia Hospital slitterà ancora di un anno? La risposta è molto semplice: perché il Giudice ha rinviato l’udienza al 21 marzo 2019.Che cosa riguardano le accuse formulate dai legali di Alessandro Marini? La “Sardinia Healthare and Research Properties S.r.l.” a novembre 2016 si era costituita in giudizio opponendosi alla causa di usucapione radicata da una società in cui Alessandro Marini è presidente del CDA. Società che si era costituita mediante un documento che, a loro dire, era contraffatto, fornito, nella circostanza, dall’avvocato Angelo Antonio Merlini. Non si tratta di un elemento di poco conto, se si tiene presente che in virtù di tale “vizio” la società Qatarina si vede tagliata fuori dalla causa medesima. Il giudice, tra l’altro, su eccezione dei legali del Marini, già nel lontano 2016 aveva concesso i termini per regolarizzare l’atto di rappresentanza all’epoca prodotto in giudizio , ma l’avvocato Merlini, mediante un atto depositato agli uffici giudiziari preposti, ha incredibilmente dichiarato di aver smarrito proprio l’originale. Per dovere di cronaca, ricordiamo ai lettori che l’avvocato Angelo Merlini risulta indagato dall’ex Procuratore Domenico Fiordalisi al procedimento penale 406/2017.
Insomma, più passa il tempo e più si ingarbuglia la matassa, tanto che la situazione, ora, rischia di innescare una crisi diplomatica senza precedenti tra Roma e Doha. Va ricordato, infatti, che Alessandro Marini, a suo tempo, fu accusato di tentata estorsione nei confronti dello Stato del Qatar, motivo per il quale i legali del Marini hanno depositato la lista dei testimoni di parte che, guarda a caso, è composta di 22 soggetti tra cui la famiglia Reale del Qatar al completo, oltre ad alcuni ministri.
I testimoni citati dal Marini, essendo di parte in difesa dello stesso, sono obbligati, per la giustizia Italiana, a presentarsi al processo, tanto che non potranno avvalersi dell’immunità diplomatica. Certo che l’ex manager della “Qatar Foundation” Lucio Rispo e Company, hanno creato un bel pasticcio dietro l’altro, tanto da indurre la giustizia italiana ad accendere i riflettori su un caso che, man mano che passa il tempo, assume connotati sempre più sorprendenti, al punto da far ritenere che il cerchio delle persone coinvolte si stia allargando giorno dopo giorno. Naturalmente in tutto questo pasticcio, che tale si sta delineando, a farne le spese, purtroppo, è la Famiglia dell’emiro del Qatar, ma, soprattutto, dal punto di vista dell’immagine, è anche l’intera Sardegna.
Allo stato attuale dei fatti, dunque, c’è da prendere atto che la domanda di accreditamento della struttura ospedaliera, che porterebbe alle casse del Qatar 550 milioni di euro in 10 anni, non è mai pervenuta agli uffici della Regione Sardegna, perciò le istituzioni regionali non hanno alcuna responsabilità sul mancato ritardo dell’apertura del Mater Olbia.
A questo punto, che dire dopo i tanti proclami sulla carta stampata regionale, passerella di politici di turno e regolamenti interni al management Qatariota? E che dire, in proposito, di fronte ad una distolta verità sui fatti con la quale si accusava Alessandro Marini di aver falsificato atti e timbri? Ora ci troviamo ad assistere proprio all’opposto, con la differenza che nel 2018 quei 60 ettari di terreno con un milione di mc di edificabilità hanno raggiunto un valore di oltre 350 milioni di euro e, per giunta, con la “Sardinia Healthare and Research Properties s.r.l.” del Qatar praticamente fuori dal processo.