Il «mare in tempesta» del terziario italiano: dal commercio ai servizi innovativi, dalla grande distribuzione al turismo, dai fattorini di Foodora ai networkers
Boco: “La crisi ha spinto ad usare di più il part-time e i contratti di solidarietà, però altri Stati hanno saputo aumentare il salario per lavoratore equivalente al tempo pieno. È da qui dobbiamo ripartire”
Presentati il Libro Bianco sul lavoro nella società del terziario e la ricerca “La centralità del terziario: innovazione, ripresa, lavoro, responsabilità”
«La stagione della moderazione salariale è finita.
Abbiamo venti anni da recuperare: e solo adeguati incrementi retributivi possono dare impulso ai consumi e alla ripresa». È quanto ha dichiarato il Segretario generale della Uiltucs, Bruno Boco, presentando il “Libro Bianco sul lavoro nella società del Terziario”, in occasione dell’XI Congresso nazionale della Uiltucs che si sta svolgendo in questi giorni a Venezia.
«La ripresa – continua Boco – va resa solida e più sostenuta dell’1,5% previsto per quest’anno. Siamo in un momento decisivo per il Paese e per la sua economia: sbagliare ora direzione di marcia potrebbe comportare effetti gravi. Dunque, servono il rilancio degli investimenti pubblici più innovativi e la riduzione del cuneo fiscale.
Ma, ser vogliamo dare ossigeno ai consumi e alla domanda, dobbiamo anche agire sul versante delle retribuzioni. Cosa voglio dire: i consumi sono aumentati grazie al fatto che la gente oggi lavora, ma è tempo di ingranare la marcia e far salire gli stipendi dando così un’altra sferzata ai consumi.
Pensate che le retribuzioni lorde per occupato, a prezzi del 2010, erano circa 25.200 € nel 2008, 24.400 € nel 2013 e l’anno scorso sono tornate a 24.600€, ossia agli stessi livelli reali del 1996.
Questi sono gli effetti della crisi che ha spinto tra l’altro ad usare di più il part-time e i contratti di solidarietà.
Però altri Stati tra il 2008 ed il 2016 hanno saputo aumentare il salario per lavoratore equivalente al tempo pieno: la crescita di Germania e Francia è stata di oltre 3.200 €, quella della Spagna di 400 €, l’Italia segna un -200 €. È da qui dobbiamo ripartire».