Ironia in scena con Michela Andreozzi – protagonista dell’irresistibile “Maledetto Peter Pan” di Michèle Bernier e Marie Pascale Osterrieth (dal fumetto “Le Demon de Midi” di Florence Cestac) per la regia di Massimiliano Vado, in cartellone DOMANI (sabato 14 aprile) alle 21 al Teatro Civico di Sinnai (nella Stagione de L’Effimero Meraviglioso) e domenica 15 aprile sempre alle 21 al Teatro Centro Culturale di Dorgali (per la rassegna Quarto Movimento firmata Mousikè) – per un duplice appuntamento nell’Isola sotto le insegne del CeDAC – incastonato nella Stagione 2017-18, nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
La pièce – nella versione italiana, con traduzione e adattamento di Carlotta Clerici e Antonella Questa – fotografa la società contemporanea prendendo spunto dalla pericolosa “crisi mezz’età” che fatalmente sembra manifestarsi in molti uomini, con sintomi facilmente riconoscibili tra cui la ricerca di una seconda (o ultima) giovinezza fuori dal talamo nuziale, che essi cercano di raggiungere sperimentando nuove emozioni e rincorrendo nuovi amori.
Riflettori puntati sull’eclettica attrice e autrice, conduttrice radiofonica e regista (dopo il corto “D.U.G.U Dietro un grande uomo” con Luca Argentero, ha diretto “Nove lune e mezza” con Claudia Gerini e Giorgio Pasotti e il videoclip di “Ho cambiato i piani”, cantata da Arisa), fondatrice con Francesca Zanni del duo comico “Gretel & Gretel” (tra apparizioni televisive – da “Zelig” a “Quelli che il calcio e…” e programmi per la radio), conduttrice con Federica Forti di “Bave Ragazze”, una carriera fra cinema (da “Basilicata coast to coast” a “Pane e burlesque” e “Torno indietro e cambio vita”) e teatro – con la regia di artisti come Gigi Proietti, Paola Tiziana Cruciani e Angelo Longoni, oltre alle fiction e serie tv e alle trasmissioni radiofoniche.
Nell’irriverente e travolgente monologo di “Maledetto Peter Pan” – tra stand up comedy e racconto corale – Michela Andreozzi dà voce all’amarezza di una moglie tradita, una donna che vede andare in pezzi il suo matrimonio e cerca di reagire passando dalle varie fasi dell’elaborazione del lutto – tra depressione e confessioni ad amici e parenti (ovviamente già al corrente di tutto), riesumazione di antiche storie e feroce autocritica – e dall’analisi delle dinamiche interne dei rapporti di coppia nel tentativo di comprendere le ragioni dell’altro e il perché della fine di un amore.
Viaggio nei segreti della mente e del cuore – tra le imprevedibili regole dell’attrazione e il dissolversi dell’incantesimo – con una pièce esilarante e estremamente attuale che s’interroga sulle (tragicomiche) conseguenze dell’amore e sul significato della vita, affrontando le catastrofi e i piccoli e grandi dilemmi esistenziali con humour e leggerezza. Focus sulla “sindrome di Peter Pan”, quel miraggio dell’“eterna adolescenza” che induce certi individui a sottrarsi alle responsabilità e a fuggire davanti alle difficoltà e alla routine per lanciarsi in nuove avventure, con effetti sovente ridicoli e patetici, all’inseguimento della “felicità”.
Fin dall’antichità l’incostanza sentimentale ha offerto spunti di riflessione, e il mito è ricco di esempi, soprattutto al maschile, dalle imprese erotiche di Zeus al tradimento di Giasone, all’avventuroso ritorno di Ulisse, distratto da dèe e ninfe mentre Penelope, casta e fedele sposa, lo attende ad Itaca – con esiti talvolta disastrosi come la vendetta di Medea e i castighi di Era. Se le “corna” son più tema da commedia, o da pochade, il confine tra ironia e dramma è sottile e la beffa ai danni dell’ignara vittima può tradursi in tragedia, quando il dolore (o la gelosia) conducono alla disperazione o all’esasperazione – ma la fine di un amore comporta comunque una sofferenza, un senso di perdita (magari unito al sollievo). Curiosamente la condanna sociale colpisce assai più la donna “fedifraga” che non l’uomo che abbandoni il tetto coniugale – sarà magari la forza dell’abitudine, e delle statistiche, oppure di quel retaggio culturale che vede la donna come “angelo” del focolare (talvolta con spiccata e “deplorevole” tendenza all’emancipazione), in antitesi alla temibile femme fatale, e l’uomo come eroe-guerriero per il quale l’intraprendenza, per così dire, è una virtù.
«L’esemplare umano maschio, passata la quarantina, è solito abbandonare la sua compagna per rivolgersi verso nuovi pascoli, più verdi, al fine di rinvigorire la sua virilità» direbbe Piero Angela, o un antropologo (o etologo) nell’analizzare con spirito scientifico il comportamento della specie. Un istinto – o un impulso – rivelatore, non privo di conseguenze, anzi decisamente crudele e spiazzante per la mogli.
«“Tu sei la Donna Della Mia Vita ma lei è un’altra cosa… è una Fatina!” – dice Lui candido, andandosene via proprio con la suddetta, giovanissima Fatina. E chi resta sul divano a fare i conti con la vita, i bilanci, il figlio e soprattutto la Realtà, è Lei: la Moglie, la Donna, la Cornuta che, come prima ipotesi, trova soddisfacente solo quella del suicidio».
Sintesi folgorante di uno stato d’animo – fortunatamente momentaneo – da cui la protagonista riesce a liberarsi, con l’intento di riprendersi la sua vita e ritrovare un equilibrio dopo l’inevitabile shock – e non è affatto detto che il futuro, una volta superato lo smarrimento e la delusione, non le sorrida riservandole piacevoli sorprese e interessanti opportunità – e chissà, perfino nuovi amori.
Quindi – come sottolineano gli artisti nelle note di presentazione:
«A tutti gli effetti, “Maledetto Peter Pan” è una istantanea della nostra società e sebbene sia ritratta dal punto di vista femminile, tuttavia non è mai contro il Maschio tout-court, anzi. Non ci sono vittime e carnefici, c’è la vita.
E la vita non si sa mai dove ci porta: è un viaggio che, comunque vada a finire – le ipotesi restano aperte! – ci regala sempre una nuova consapevolezza.
Divertente, caldo, consolatorio e irriverente, “Maledetto Peter Pan” riguarda in ultima analisi ognuno di noi: tutti, in un momento o in un altro, ci siamo rotti i denti su quella meravigliosa, devastante, irrinunciabile avventura chiamata Amore. E lo faremo ancora. »
INFO & PREZZI
SINNAI
biglietti
platea: intero 15€
tel. 070765831 – 3777080898 – fax 0708584244
www.teatrocivicosinnai-effimeromeraviglioso.it
DORGALI
biglietti: posto unico €10 –
Prevendite: Ass.Turistica Pro Loco – via Lamarmora 108 – Dorgali
e Mousikè – via Gramsci 48 – Nuoro
Bus Navetta da Orosei € 4 // Bus Navetta da Nuoro € 6
info: tel. 0784208008 – cell. 3402491611 – 3927648014 – e-mail: [email protected]