Il presidente del Consiglio Regionale, Gianfranco Ganau questa mattina agli studenti delle scuole di Ozieri: “Quello che accade nel mondo ci riguarda, siate avidi di conoscenza”
«Dovete condannare sempre chi tra di voi inneggia al fascismo: svastica e saluto romano non sono un gioco, sono simboli del periodo più terribile che l’Europa abbia vissuto, dove le persone venivano imprigionate per le proprie idee politiche, per l’appartenenza ad un credo religioso, per l’orientamento sessuale o semplicemente perché per il forte di turno non era persona gradita. Dovete essere cittadini consapevoli non stare alla finestra a guardare».
Sono le parole che il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau ha rivolto questa mattina agli studenti delle scuole di Ozieri, il Liceo “Antonio Segni” e l’Istituto tecnico “Enrico Fermi”, riuniti insieme ai loro insegnanti al teatro civico “Oriani Fallaci” del centro logudorese per partecipare alle celebrazioni del 73° anniversario della Liberazione.
Dopo il saluto del sindaco, Marco Murgia e prima dell’intervento della senatrice, Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi e ospite d’onore delle celebrazioni, è stato il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda a rivolgere un lungo e appassionato intervento ai giovani in platea.
«Anche quest’anno il Consiglio regionale della Sardegna ha deciso di celebrare il 25 Aprile sul territorio – ha sottolineato il presidente Ganau – ringrazio la città di Ozieri e il suo sindaco per averci voluto qua oggi a ricordare la liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo».
Il presidente del Consiglio ha ricordato l’episodio delle scritte razziste apparse sui muri del paese, rivolgendo un ringraziamento ai ragazzi di Ozieri “è stato bello vedervi così numerosi in quella piazza – ha detto – a sostegno degli amministratori e dei migranti ospitati qui.
Abbiamo bisogno di buona politica come quella che l’amministrazione comunale sta portando avanti, assumendosi con grande responsabilità la gestione di problematiche complesse che certo non possono essere lasciate sulle spalle delle singole comunità, ma di fronte alle quali non possiamo girare lo sguardo.
Restare umani è lo sforzo che dobbiamo compiere per costruire un altro mondo possibile che sia giusto e di pace. Ricordate che quello che accade nel mondo ci riguarda sempre e parlare di immigrazione significa guardare in faccia le grandi questioni del futuro.
Si dice che la nostra è una terra povera e che poveri siamo noi che ci viviamo, si dice che non possiamo accogliere perché abbiamo già fin troppi problemi – ha sottolineato Ganau – io dico, invece, che la nostra è una terra bellissima ricca di storia e che un futuro ci deve esser per forza.
Non fatevi fermare da chi dice che in Sardegna non ci sono opportunità – ha aggiunto, rivolgendosi ai ragazzi – e ricordate che solo studiando potrete costruirle, non solo per voi stessi ma per la vostra comunità e per il vostro territorio. Ricordatevi che l’isola non è un limite e che oggi è parte non solo dell’Italia e dell’Europa, ma del mondo intero.
Siate cosmopoliti, imparate le lingue, abbiate voglia di confrontarvi con i vostri coetanei di tutte le parti del mondo. Partite, se potete, volete e se è necessario, per ampliare le vostre conoscenze, senza timore. Chi vuole rimanere qui lo faccia, non per rassegnazione, ma con l’obbiettivo di migliorare la nostra Regione – ha concluso – si metta a disposizione di un sogno di Sardegna che meglio corrisponda alle proprie esigenze. In una terra così ci sarà posto per tutti».