Quando a Oristano si parla di cultura il pensiero corre subito, quasi inevitabilmente, a quei lontani anni Ottanta del Novecento. Quando Giorgio Farris, instancabile animatore artistico-culturale, incoraggia Peppino Murtas, sacerdote, scrittore e poeta, a dare vita alla pubblicazione dei “Quaderni Oristanesi” che vengono stampati dall’editrice “Sa Porta” in piazza Roma n.3. Direzione e redazione sono tutte in una stanza del modesto alloggio di don Peppino al numero tre di piazza del Duomo, a fianco del seminario arcivescovile. Successivamente sarà la Premiata Tipografia Mogorese, P.T.M., a stampare i “Quaderni Oristanesi, sempre molto vicini alla città, alla storia dei suoi monumenti e alle sue antiche tradizioni artistico-culturali. Molto fitta e preziosa la schiera dei collaboratori, da Luciana Delitala Casagrande a Salvatore Sebis, Raimondo Zucca, Giampaolo Mele, Paolo Gaviano, Gigi Sanna, Francesco Sonis, Giovanni Perria, l’indimenticabile padre Umberto Zucca. Senza dimenticare la preziosa funzione della prima radio locale in via Vittorio Emanuele, proprio di fronte al Teatro San Martino e le quotidiane conversazioni di don Peppino. Che hanno animato la contestazione studentesca e sindacale delle sparute frange operaie. In una città come Oristano dove l’industria non è mai nata e pensionati e colletti bianchi sono ancora classe dominante. Ricordi e sentimenti che hanno attraversato la bella serata all’Hosan, promossa dalla Fondazione “Sa Sartiglia” del presidente Angelo Bresciani, grazie all’impegno dello studioso Maurizio Casu e allietata dalle letture di Pino Porcu, fine animatore delle manifestazioni artistico-culturali di casa nostra. Gigi Sanna, il professore che con la P.T.M. di Mogoro si è assunto in questi anni il compito di far vivere la rivista, alla fine del suo appassionato intervento, ha affidato la direzione della nuova serie che si chiamerà “Monte Prama- rivista culturale dei Quaderni Oristanesi” all’entusiasmo del giovane e promettente Gianmatteo Corrias, laurea brillante in Lettere con specializzazioni in studi umanistici e di ricerca. Una scelta indovinata, un vero e proprio passaggio di testimone alle nuove generazioni, con l’obiettivo di far rivivere la storia di Oristano, dei suoi personaggi e del suo divenire. E dopo il sabato, anche una domenica diversa e di festa, all’insegna della cultura e della solidarietà sociale. Quella che si è svolta nella verde campagna di Sa Rodia, appena fuori città. Con un folto gruppo di studenti stranieri e le rispettive famiglie sarde, provenienti da diverse nazioni del mondo dall’America all’Europa passando per Asia e Africa, che frequentano con il patrocinio di “AFS-American Field Service -Intercultura” un anno di studi nelle scuole della città e della Sardegna. Una giornata di festa vissuta sino a tarda sera tra il pranzo sociale, canti e attività ludiche nelle campagne di casa nostra. Una realtà che annovera tra le ultime nell’Isola quella di Alghero e in via di definizione quella della città di Olbia. Con il Centro Locale di Oristano del presidente Cesello Putzu, che quest’anno stabilisce un invidiabile primato, consentendo a ben diciannove studenti della provincia di trascorrere un anno di studi in diverse scuole del mondo. Una testimonianza vera e vissuta di scambi culturali e solidarietà sociale che fa onore alla terra di Sardegna.