«Il 25 aprile è una giornata altamente simbolica per tutta la nazione: un momento che serve a ricordarci di difendere non soltanto la democrazia e la libertà, ma che dovrebbe servire anche per educarci a rispettare il prossimo e chi è diverso».
Così il sindaco di Porto Torres, che stamattina ha partecipato in città alle celebrazioni per la festa della Liberazione, tenuta come di consueto sul lungomare Balai, davanti al monumento ai caduti della Corazzata Roma. Il sindaco, nel suo discorso, ha ricordato il partigiano aviere di Porto Torres Giuseppe Migheli, morto nel 1944, portato alla ribalta da Moreno Nocco, storico e scrittore che ha ricostruito in uno dei suoi lavori editoriali le storie dei caduti e dispersi di Porto Torres nelle due guerre mondiali.
«Il nostro 25 aprile si tiene davanti al monumento alla Corazzata Roma, emblematico e altamente rappresentativo per la nostra città e per la grande storia, posto qui davanti al mare dove riposano i nostri caduti – ha detto il sindaco nel suo discorso – il 25 aprile è una data che stabilisce la linea di confine tra la libertà perduta e la libertà ritrovata. Una data che serve a tutti noi per non dimenticare e ricordare cosa è stata la guerra, cosa è stata la dominazione e la dittatura, e per difendere i valori della democrazia. Valori che oggi più che mai sono necessari nelle nostre vite e vanno difesi: democrazia vuol dire infatti anche dialogo, rispetto del prossimo, rispetto e comprensione del diverso».
«Non solo come sindaco, ma soprattutto come uomo e come padre – ha proseguito il primo cittadino – guardo infatti con sempre più preoccupazione agli episodi di violenza, riconducibili alla mancanza di rispetto, che leggiamo tutti noi nelle cronache dei giornali. Mi soffermo in particolare sugli episodi di bullismo nelle scuole. Proprio in questi luoghi, nelle nostre scuole, devono consolidarsi e sedimentarsi gli insegnamenti fondamentali che si chiamano “rispetto” e “dialogo”. So che è difficile, soprattutto per gli insegnanti, e proprio per questo motivo noi genitori dobbiamo essere sensibili e insegnare ai nostri figli a rispettare il prossimo. Il rispetto per il prossimo lo si deve imparare già a casa, e in questa giornata particolare, in cui si parla di democrazia e libertà, e si ricordano le vittime delle guerre e le dittature che hanno soggiogato i popoli con la forza e la violenza, mi sento di chiedere ai cittadini di essere rispettosi sempre, verso tutti».
«Dobbiamo sforzarci di trovare un modo per far capire ai nostri giovani il senso di questa giornata, magari a volte da loro percepita come lontana e astratta, e cercare di stimolarli al dialogo e al rispetto. Un modo è sicuramente raccontare storie: abbiamo scelto quella portata alla luce da Moreno Nocco e che parla di un nostro concittadino, Giuseppe Migheli, morto a 26 anni a Ranziano il 13 aprile del 1944 per difendere la libertà. Migheli era un aviere della Regia Aeronautica e dopo l’otto settembre del 1943 si unì alla Brigata ‘Garibaldi-Trieste’ e ora riposa nel Sacrario militare dei caduti d’oltremare a Bari. Ringrazio Nocco per la sua ricerca storica e spero possa essere utile a sensibilizzare i nostri giovani».